«Chi tocca il Varese si innamora»

Varese Calcio - Parla Franco Colombo, nuovo membro del cda biancorosso: «Questi colori sono speciali»

«Ho tirato un rigore a cucchiaio, da far impallidire Graziano Pellè». La prima volta che abbiamo visto Franco Colombo è stato con un pallone tra i piedi, al raduno del Varese. Tra i piedi, poi; piuttosto tra le sue scarpe eleganti. Già, vestito di tutto punto, giacca e cravatta, ha tirato un calcio di rigore – segnandolo, ovviamente – in faccia a chi, il mestiere del calciatore, lo fa di professione.
È questa l’immagine con cui vogliamo partire per raccontarvi del nuovo membro del consiglio di amministrazione della società biancorossa: «Faccio parte del Cda da due giorni, per usare un termine tecnico», scherza Colombo. Presidente di Confapi Varese e Lombardia, e vice di quello nazionale, ieri pomeriggio era a Roma per una riunione dell’associazione. «La seduta l’ho finita dicendo ai colleghi di tutt’Italia di fare un salto al Franco Ossola a vedere giocare il Varese».

Una passione, la sua, nata da poco e subito trasformatasi in impeto: «Mi sono innamorato di questi colori da poco, pochissimo. Devo essere sincero: sono da sempre un tifoso del Milan, e spero che la curva biancorossa, vicina ai cugini dell’Inter, possa perdonarmi. Ma, quando vidi quell’amichevole tra Varese e Milan, finita 2-0 per la formazione di Beppe Sannino, capii subito perché questa squadra ha abbonati che rinnovano la loro tessera da una vita intera. Perché il Varese è vita: è un vortice che, quando ti risucchia, non ti risputa più indietro. Il Varese è passione. La stessa che ho scoperto avere dentro di me, quando l’estate scorsa ho visto i tre soci fondatori – Gabriele Ciavarrella, Piero Galparoli ed Enzo Rosa – raccogliere il vessillo della squadra, dal nulla, per rialzarlo di nuovo al cielo: lì, in quel momento, ho capito di essermi innamorato».

Dapprima, il Presidente, si è avvicinato ai biancorossi tramite il consorzio, ora invece l’impegno in società: «Ho iniziato la mia avventura qui con la vicepresidenza del consorzio, ora faccio parte del Cda; quando mi è stato proposto l’ingresso, sono stato onorato. E, ora, lavorerò per questi colori: il mio progetto è quello di legare, ancora di più, squadra e territorio. Società e imprenditori. Il Varese Calcio è un bene per la città, e non solo. Il nostro compito è quello di trovare sempre più sinergie tra queste entità, per far grande il Varese e chi lega il suo nome a noi. Essere impresa, per una società, come quella biancorossa, vuol dire non affidarsi ad un solo grosso imprenditore, o esclusivamente agli sponsor, ma piuttosto creare un sistema economico che la supporti».

Tutto questo a partire dal piccolo, per pensare in grande. «Vogliamo che gli imprenditori si avvicinino al Varese? Bene: facciamogli toccare con mano cosa vuol dire amare questi colori, proponendogli, ad esempio, delle convenzioni sugli abbonamenti. Sapete: ho capito che chi passa dal Franco Ossola, anche per poco, se ne innamora perdutamente. Basta sentire il profumo del campo, del suo prato, per sentirti come a casa. Una casa che, tra l’altro, non è abitata solo dalla prima squadra,

ma anche dal settore giovanile, e dalla sua importante funzione sociale. Abbracciare il Varese, vuol dire abbracciare tutto questo. E perciò ci impegneremo ancora di più nel progetto del consorzio: per concretizzare al massimo il ritorno d’immagine, e non solo, alle aziende che ne fanno e ne faranno parte».
Colombo è vulcanico: basta dagli il via, che poi ci pensa lui. A noi, per capirlo, è bastata una chiacchierata. Il suo spirito è lo spirito del Varese: quello che ti rimane dentro a vita, come un marchio di fabbrica.
«Ricordo un viaggio a Roma con Federico Balzaretti: lui militò nel Varese e, quando mi raccontò della sua esperienza sotto il Sacro Monte, era emozionato. Mi parlò di un periodo indimenticabile della sua vita e della sua carriera. Ecco, questa è la nostra forza: una maglia che quando la indossi, non la togli più».