Facciamo un casino organizzato. Maglia e Fascetti al Franco Ossola

La squadra e la divisa di inizio anni 80 sono rimasti nel cuore dei tifosi biancorossi. Quale miglior modo di festeggiare compleanno e serie D se non averli allo stadio?

Le proposte che avevamo buttato lì in settimana, per una maglia celebrativa del Varese da indossare il 20 marzo nella gara casalinga con il Vittuone, quella cioè più prossima al compleanno numero 106 del club nato il 22 marzo del 1910 (e rifondato l’estate scorsa), erano due.
La prima prevedeva il ritorno al biancoviola, tonalità originaria della squadra impiegata fino alla fine del 1926 e cioè fino alla proclamazione di Varese come capoluogo di provincia.

La seconda invece faceva l’occhiolino al mitico Varese di Eugenio Fascetti: uno splendido esempio di calcio totale e al tempo stesso un assordante inno alla gioia per tanti tifosi. I nostri lettori stanno spingendo soprattutto per la seconda ipotesi ed, evidentemente, sono affezionati a quel Varese a cui erano state affibbiate tante etichette: «Piccola Olanda», «Calcio Fantasia», «Casino Organizzato». Nomi che a Eugenio Fascetti mettono ancora i brividi perché, come ci aveva detto una volta l’allenatore di Viareggio, rimasto in biancorosso dal 1979 al 1983, quel suo Varese significa tanto: «È la miglior squadra che ho allenato in tutta la mia carriera e una delle migliori di sempre della Serie B».

L’avventura del tecnico era incominciata con una retrocessione: nel corso della stagione 1978-1979 subentrò a Giorgio Rumignani, ma non riuscì a evitare la retrocessione in C, vincendo però il campionato successivo, davanti al Rimini, con 48 punti, 16 vittorie, altrettanti pareggi, 2 sconfitte, 45 gol fatti e 21 reti subite. Cifre di un’ispiratissima squadra, irruente e combattiva in ogni reparto e con tre varesini purosangue in gruppo: Bruno Limido, Luca Pellegrini e Franco Salvadè. Uno squadrone, formato da anziani giusti, come Cerantola e Martina, e da ragazzi di talento, come i tre varesini citati prima a cui possiamo aggiungere, ad esempio, i nomi di Mauti e Turchetta. Il primo campionato di B dell’era Fascetti aveva portato la salvezza e posto le basi per la splendida stagione 1981-1982, quella della Serie A, persa a Roma con la Lazio.

Ormai è storia e il «Casino organizzato», formula su cui stampa e televisioni nazionali insistevano parlando dei biancorossi, è diventata un’icona. Cara a Fascetti che, una volta, aveva aperto una polemica proprio dalle pagine della Provincia: «Il nostro modo di giocare – ci aveva detto – era stato chiamato anche “Casino Organizzato” e in effetti era senza ruoli fissi perché sapevamo essere sempre imprevedibili. Oggi c’è grande ignoranza da parte dei giornalisti che in tv parlano di «squadre camaleontiche» come se fossero una novità. Ricordatevi che l’aggettivo camaleontico è di Fascetti perché il mio Varese sapeva cambiare aspetto in ogni momento della partita. Ad aprire la strada verso questo tipo di calcio è stata la mia squadra e quella di qualche altro collega, come Nedo Sonetti».
L’importanza storica di quel Varese è bene evidente e anche per questo meriterebbe di essere celebrato. Con la maglia che sogniamo possa tradursi in realtà in primavera e che potrebbe essere presentata proprio con il ritorno al Franco Ossola di Fascetti e di quei suoi meravigliosi ragazzi. Quando? Per il compleanno del Varese, o almeno per la gara più vicina al 22 marzo: quella già ricordata con il Vittuone di domenica 20. E se per allora il Varese fosse stato già promosso in Serie D che cosa ci sarebbe di meglio se non vedere Eugenio Fascetti e i suoi ragazzi scendere in campo per premiare Giuliano Melosi e la sua banda?