Aula al completo all’Università dell’Insubria per il professor Andrea Azzalin, che ieri mattina ha incontrato 150 persone tra studenti di scienze motorie, preparatori atletici e allenatori di calcio.
Azzalin, 32 anni ancora da compiere, ha aperto il suo già ricco bagaglio – riempito nelle aule dell’università, dove oggi insegna dopo aver portato a termine laurea triennale, specialistica e dottorato di ricerca, e sui campi di calcio, italiani (Luino, Varese, Bari, under 21) e internazionali (Monaco, nazionale greca, Leicester) – e lo ha condiviso con i giovani che stanno iniziando a costruire il loro personale percorso. Lo ha fatto con una lezione diretta, tosta, vera, come nel suo stile: sottolineando come «Le mode vanno e vengono, ciò che conta sono le vostre basi», spiegando che «la tecnologia, di certo utile, non è sinonimo e garanzia di qualità: la differenza la fa chi lavora. E come lavora», raccomandandosi di «non avere paura del confronto e nemmeno di sbagliare, ma facendolo sempre con la propria testa».
Questa la premessa di una lezione di tre ore che ha poi toccato argomenti molto tecnici e specifici per proiettare gli studenti in un mondo, quello del calcio professionistico, che in tanti sognano di poter raggiungere. Partendo, chissà, dai consigli di chi, con sudore e sacrificio, ha già ha percorso tanta strada. E non ha nessuna intenzione di fermarsi.