Il gigante Isaac ha vinto la partita

La promessa di Varese e Milan esce dall’ospedale dopo 3 mesi: «Ho un sogno, essere in campo a febbraio. Non vedo l’ora di rivedere i miei compagni e di andare allo stadio. La mia storia? Messaggio a chi soffre»

Nelle prossime ore, forse già oggi, Isaac Akuetteh torna a casa: lascerà l’ospedale nel quale è rimasto ricoverato per quasi tre mesi. Il centravanti di proprietà del Milan, ma in prestito al Varese dalla scorsa estate, che sogna di diventare come George Weah, vuole tornare in campo già all’inizio dell’anno: «Voglio tornare a febbraio – dice il bomber – forse è presto, ma bisogna porsi un obiettivo».

La sua storia ha commosso tutti. Quel maledetto pomeriggio del 31 agosto Isaac stava passeggiando lungo la ferrovia con le cuffiette della radio alle orecchie. Non sentì l’arrivo del treno che lo travolse quasi all’altezza della stazione di Caslino al Piano. Il giovanissimo calciatore trascorse una settimana in coma tra la vita e la morte, ma poi grazie a una volontà di ferro e a una tempra fuori dal comune si è ripreso. Adesso può tornare a sognare e immaginarsi di nuovo con le scarpette ai piedi e la maglia biancorossa addosso.
Il dramma e la rinascita sono stati raccontati anche lunedì sera durante la trasmissione Tiki Taka su Italia 1 condotta da Pierluigi Pardo. Sono stati ricordati anche quei terribili e concitati momenti successivi all’incidente. «Ho chiamato al telefono mio marito, poi ho chiamato Erika – racconta mamma Felicia – ma nessuno rispondeva. Ho chiamato Isaac ma il cellulare era spento».

Anche la sorella Erika ha ricordato l’angosciante pomeriggio del 31 agosto con la voce rotta dall’emozione: «Ho chiesto a una persona – ricorda Erika – cosa fosse successo, mi ha risposto se fossi la sorella di Isaac. Poi mi ha detto che aveva avuto un incidente con un treno, mi è caduto il mondo addosso, non potevo crederci».

I medici: «Tempra eccezionale»

Il gigante buono, come lo hanno ribattezzato tutti gli amici, ha avuto un recupero sorprendente come hanno sottolineato anche i medici dell’ospedale Sant’Anna di Como: «La fibra del ragazzo – dice il medico Enrico Antonio Tallarita – ha determinato questo progresso così importante e in pochissimo tempo. Sta andando molto bene – aggiunge Giorgia Semiglia, altro medico dell’ospedale – ha fatto grossi progressi e quindi penso che a breve potremo lasciarlo andare a casa».

Di quel giorno non ricorda nulla, ma sul futuro ha già le idee molto chiare: «Voglio tornare a giocare – ha ripetuto – voglio ringraziare tutti quanti per la vicinanza che mi hanno dimostrato. Ho saputo che sono state confezionate anche delle magliette. Ringrazio i miei compagni, il Milan e il Varese. Non vedo l’ora di poterli rivedere. Spero di poter andare allo stadio molto presto a vedere le loro partite. Ma presto vorrei andare a vedere anche le partite dei miei compagni che mi hanno tenuto aggiornato sui risultati».

«Non devi mollare mai»

Il Meazza e il Franco Ossola lo accoglieranno presto: Isaac ha vinto la sua partita, ma non si vuole fermare. «La mia storia – dice – deve essere un messaggio positivo per le persone che soffrono. Non si deve mai mollare anche di fronte agli ostacoli più grandi».

Poi c’è una quotidianità che va avanti e Isaac è pronto a riprendere da dove aveva lasciato con una tempra ancora più forte: «Mi sono iscritto alla scuola professionale indirizzo meccanico a Como – spiega – e presto inizierò a frequentarla. Credo dal 7 gennaio. La scuola è importante».

Anche se il pallone è un chiodo fisso: «È una passione indescrivibile, non ci sono parole per le emozioni che ti può dare. Vorrei diventare come Weah, forte come lui. Sono sempre stato milanista e ringrazio tutti per la vicinanza che ho avuto in questo periodo».n