Pro, una sconfitta che fa male

I tigrotti cedono nella ripresa al Mantova e vengono agganciati dal Pordenone. Fatali un mani da rigore di Guglielmotti e la scarsa incisività nelle ripartenze


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17’ st Said rig., 32’ st Beleck.



(3-4-3):
Zima; Siniscalchi, Marchiori, Scrosta; Tavanti (29’ st Todisco), Paro, Raggio Garibaldi, Blazè; Zanetti (1’ st Said), Beleck, Gyasi (9’ st Caridi). Panchina: Festa, Trainotti, Zammarini, Sartore. All. Juric.


(4-2-3-1):
Melillo; Guglielmotti, Botturi, Pisani, Taino; Calzi (35’ st Bovi), Arati; D’Errico (33’ st Brunori), Serafini, Candido (33’ st Terrani); Baclet. Panchina: Perilli, Lamorte, Panizzi, Giorno. All. Montanari.



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Catona di Reggio Calabria.



Spettatori 1.000 circa. Calci d’angolo 9-3 per il Mantova. Ammonito Botturi (P). Espulso Juric (allenatore Mantova) per proteste al 20’ st. Recupero: 2’ e 3’.

Si ferma il cammino della Pro Patria e la caduta fa male. Il Mantova non è sembrato un avversario insuperabile ed a cambiare il corso della gara sono stati gli episodi. Il calcio di rigore nel secondo tempo è stato determinante, anche se, ancora una volta, a mancare all’appello è stata parte del reparto d’attacco, incapace di sostenere le ripartenze e di garantire la necessaria mobilità per aprire la difesa virgiliana.

Un primo tempo mediocre sul piano tecnico, con due squadre che si temono. Il Mantova cerca di fare la partita con azioni manovrate, ma appare timido e soprattutto incoccia contro una Pro Patria molto quadrata ed organizzata che sa chiudere tutte le linee di passaggio.
I biancoblù hanno anche cercato di ripartire, ma non hanno avuto la forza di arrivare nell’area virgiliana, se non un paio di volte un po’ casualmente: la prima con Baclet che ha tentato un pallonetto sul quale Zima ha parato con affanno, la seconda con Serafini che non è stato rapido nel controllo solo davanti all’estremo difensore mantovano.
Insomma, una Pro che ha puntato a controllare la gara cercando di dettare i ritmi (bassi) per poi ricominciare: anche se, dei quattro pistoni d’attacco, ne hanno funzionato solo due (Baclet e Candido). Gli altri due (Serafini e D’Errico) non sono parsi così incisivi.

Un quarto d’ora di ripresa con il Mantova che spinge con maggiore convinzione senza creare pericoli dalle parti di Melillo.
Però i tigrotti hanno il baricentro troppo basso e, da un batti e ribatti, nasce un cross dalla sinistra di Caridi che va a sbattere sul braccio di Guglielmotti. Inevitabile il penalty: calcia Said e porta in vantaggio il Mantova.
Si catapulta subito in avanti la Pro alla ricerca del pareggio, un’azione continua con una partecipazione corale,

senza però arrivare con successo dalle parti di Zima.
È invece il Mantova che trova il raddoppio con un po’ di fortuna, grazie ad una serie di rimpalli che alla fine favoriscono Beleck, che si trova in posizione regolare e tutto solo davanti a Melillo ha gioco facile nel buttare la palla nel sacco.
Cerca la Pro Patria di riaprire la partita, ma non ha la forza psicologica, non trovando oltretutto gli spazi necessari per arrivare davanti a Zima. Tanta volontà, ma non la necessaria cattiveria per fare male.
La sconfitta brucia doppiamente, poiché vede i tigrotti raggiunti dal Pordenone: dice che il cammino richiede sforzi ulteriori per arrivare in fondo con successo.