«Siamo pronti a tutto per la Lega Pro. E non credo sia tutto da buttare…»

L’orgoglio del dg Basile per il suo Varese: «Terzi ora, primi tre giorni fa: resto positivo»

L’umore domenica pomeriggio era cupo, gli sguardi bassi, la delusione cocente. Le aspettative per Varese-Cuneo erano diverse e non solo per il risultato. Una giornata storta, una sconfitta che pesa ma che non pregiudica il cammino dei biancorossi. Domenica tra i più delusi c’era il direttore generale Paolo Basile, tifoso ancor prima che dirigente. Il giorno dopo, la delusione lascia spazio all’analisi.

Al di là dei soliti commenti negativi di chi allo stadio nemmeno viene, io cerco di mantenere positività. Mi spiace perché quando non puoi vincere, quantomeno devi cercare di non perdere. Però non si molla niente, si va avanti, anche perché domenica alle 14.25 eravamo in testa alla classifica, quindi per me non è tutto da buttare. Sono convinto che abbiamo una rosa valida, attrezzata, in molti ad inizio campionato ci davano tra le prime cinque o sei, non è cambiato nulla, siamo ancora lì.

Io non entro mai nel tecnico, lo dico sempre, però osservo la partita da tifoso e dico che il Cuneo non ci ha messo sotto. A livello atletico eravamo alla pari, nel primo tempo ho visto il Varese superiore. Durante la pausa lo staff ha fatto un carico importante dal punto di vista fisico, quello è vero. Però bisogna buttarla dentro, se non segni nel calcio succedono queste cose. Sono dispiaciuto soprattutto per il 2-0, perché noi alla fine un gol lo facciamo sempre e potevamo pareggiare. In questo momento però non puoi permetterti di regalare a nessuno giocatori come Giovio, che ultimamente si è allenato poco, e Bottone, che non era al massimo della forma.

Io con la squadra ci parlo sempre, però mister Baiano ha già provveduto al termine della partita ed oggi dirà ciò che ha visto e ciò che non gli è piaciuto. Dal punto di vista dell’impegno mi sembra di non poter rimproverare nulla alla squadra.

Voglio fare una riflessione ad alta voce: io sono ancora rimasto scottato dall’acquisto di Inacio Pià nella scorsa stagione. Lo abbiamo preso per la certezza di vincere, pagandolo abbastanza. Siamo stati poi criticati duramente perché non ce n’è stato bisogno. Ora abbiamo 26 giocatori con diversi infortuni. La società farà di tutto per conquistare la Lega Pro, anche per zittire le voci che parlano di una dirigenza incapace. Serve una punta? La prenderemo, anche se tra un mese ci troveremo con il rientrante Piraccini, Moretti, Scapini, Giovio e con tutta la batteria di esterni. È chiaro a tutti che Scapini stia vivendo un momento di difficoltà e che la palla non vada dentro, però non illudiamoci che una punta risolva tutti i mali.

Sono un tifoso e spesso ragiono di pancia. Essendo ora un dirigente devo riflettere: a me interessano tutti i tifosi del Varese, tutti quei 1400 che vengono allo stadio anche con zero gradi. A volte mi viene però lo sconforto quando penso che questa società era fallita un anno e mezzo fa e se non ci fosse stata questa dirigenza alla domenica i tifosi sarebbero stati al lago o in montagna. Invece vengono allo stadio a vedere una squadra che è terza in Serie D e che era in testa fino a tre giorni fa. Io voglio vincere, non stravincere, perché non siamo in grado di stravincere. Ho letto commenti e critiche secondo me esagerate. Il bicchiere per me è mezzo pieno, siamo terzi a due punti dalla prima in classifica e lotteremo fino alla fine.