«Società, giocatori e tifosi si fondono nella maglia»

Lele Bellorini: «Questi dirigenti fanno seguire i fatti alle parole. Entusiasmo “feroce” perché non era scontato rinascere e vincere»

Il Varese è una famiglia che ha il suo focolare fra i tifosi biancorossi, innamoratissimi della squadra anche in Eccellenza. Uno dei più inossidabili di loro si chiama Lele Bellorini. L’abbiamo visto in tutti i campetti dalle categorie dilettantesche in cui il Varese è stato – ed è costretto ancora – a giocare e in tutti gli stadi della Serie B. Oggi è il rappresentante scelto dall’Associazione Tifosi per partecipare ai Consigli di Amministrazione del Varese Calcio.

Lele Bellorini incomincia proprio parlando dell’Associazione Tifosi di cui fa parte e che è un vanto livello nazionale: «Martedì, la nostra presidente Antonella Fidanza era nella sala dei matrimoni del Comune di Varese per sostenere la raccolta fondi in memoria di Erika Gibellini e la solidarietà è proprio il primo fine ispiratore che contraddistingue l’Associazione. A dicembre avevamo devoluto il nostro contributo per la giornata di Telethon e siamo sempre attivi nel prendere in considerazione le situazioni dei ragazzi del settore giovanile che hanno bisogno. I giovani del vivaio rappresentano il futuro del Varese e vanno sostenuti in tutto e per tutto».

Le parole di Bellorini arrivano al cuore anche perché, quando il Varese era in Serie B, nessuno, a parte il tecnico Stefano Bettinelli e pochi altri, avevano aiutato Ousmane Gaye. Un ragazzo dal viso di bambino e dal cuore di leone che, tre anni fa, era in prova con la Primavera biancorossa e faceva il pendolare in treno senza avere neppure i soldi per pagarsi il biglietto. Se l’Associazione Tifosi fosse stata viva già allora,

il giovane senegalese, di cui purtroppo abbiamo perso le tracce e che era arrivato in Italia su un barcone, ancora minorenne e lontano migliaia di chilometri dalla famiglia, avrebbe potuto contare sul calore di una famiglia. L’Associazione Tifosi fa dunque del bene ma, come ricorda Bellorini, «ha anche altri scopi: fare da collante con la società, dare voce a tutti i tifosi e rappresentarli all’interno dei Consigli di Amministrazione del Varese Calcio e in quelli del Consorzio». Bellorini parla poi della rinascita biancorossa, che si è rivelata una vera e propria riscossa: «Sapete perché sia al Franco Ossola che in trasferta c’è così tanta gente? E perché c’è così tanta gioia quando vediamo i biancorossi? Semplice: perché la rinascita e la ripartenza non erano così scontate l’estate scorsa. Il calcio a Varese rischiava di scomparire e l’entusiasmo nasce proprio da qui. Non era neppure scontato vincere il campionato di Eccellenza: undici anni fa non ci eravamo riusciti né alla fine della stagione, né ai playoff. Mentre adesso siamo saldamente in testa e possiamo già programmare la prossima avventura in D in cui mi auguro un’altra meravigliosa cavalcata: come quella di quest’anno e come quella che seppe firmare, nel 2005-2006, il Varese di Devis Mangia. Tornare in Lega Pro il prima possibile è essenziale e ci riusciremo».

Bellorini spiega perché ne è così convinto: «Le basi per un futuro sereno e solido ci sono e partono dalla società che ha dato la svolta, trasmettendo all’ambiente la sua impronta. Non ha fatto una squadra forte ma fortissima per la categoria e chi ha lavorato sul mercato lo ha fatto nel migliore dei modi. Insomma, dopo anni in cui eravamo abituati a sentire solo parole e parole, adesso abbiamo dirigenti capaci di fare i fatti e di mantenere quello che promettono. Non è cosa di poco conto, mentre i giocatori sono incredibili e non ne voglio citare uno perché farei torto agli altri. L’amore di ciascuno per la maglia è qualcosa di indescrivibile». Ma l’altro segreto del Varese sta proprio sugli spalti: «Noi tifosi stiamo dimostrando un amore indistruttibile, dopo quello che abbiamo passato l’anno scorso. Ripartire dall’Eccellenza non era da tutti: noi l’abbiamo fatto in modo speciale».