Varese abbraccia Federico Buffa

Bagno di folla per l’avvocato “cantastorie” al negozio Triple Sport prima dello spettacolo a teatro. Fotografie, autografi, strette di mano. I due titolari: «La visita organizzata da Andrea Meneghin»

VARESE – Federico Buffa ha fatto il pieno di entusiasmo al Triple ieri sera. L’avvocato, o meglio il giornalista sportivo, o meglio ancora l’attore teatrale, ha passato oltre un’ora all’interno del negozio in via Manin, firmando autografi, posando per le foto con gli ammiratori e parlando con tutti quanti, quasi fossero amici suoi da una vita. Tanta gente, oltre un centinaio di persone, ha accolto Buffa con un applauso spontaneo, proprio come lui. Che si è presentato a Varese con tutto l’entusiasmo e con tutta la semplicità del mondo, ringraziando lui i presenti al Triple anziché farsi ringraziare per essere venuto.

E qui c’è tutta l’essenza di Federico Buffa, un uomo che si è reinventato in mille mestieri, che potrebbe guardare tutti dall’alto in basso ma non lo fa. E’ lui che abbraccia la gente che gli chiede una foto, è lui che si presenta con piacere a tutti quanti. Sì, parlando di Federico Buffa possiamo scomodare anche i più grandi, i Gianni Brera, i Beppe Viola, oppure lo scriba Gianni Clerici, perché l’avvocato è riuscito a sdoganare un nuovo modo di raccontare lo sport,

di approcciarsi alla gente, agli appassionati.
Dalle lacrime versate per Arpad Weisz fino al Grande Torino, a Maradona, a Platini, a Cristiano Ronaldo, a Puskas, a tutte le storie mondiali che ci hanno avvicinato con uno spirito diverso a Brasile 2014. Di Federico Buffa parleranno anche i nostri figli ed anche i nostri nipoti, perché le sue storie stanno appassionando generazioni intere di sportivi ed ascoltatori. Platini dopo aver ascoltato da Buffa il racconto della sua vita, disse sinceramente: «Adesso so molto di più della mia vita di quanto ne sapessi prima. Vorrei fare i complimenti perché ne ho sentite molte nella mia vita, ma come oggi mai. Ne sa più lui di me». Buffa è riuscito a farsi apprezzare da commentatore di Nba ma anche da cantastorie sul calcio, ed infine anche da presenza scenica. Ed il bagno di folla di ieri altro non è che il tributo ad un uomo semplice ma con una conoscenza ed una cultura sconfinate. Soprattutto però, quello che Buffa fa trasparire sempre, in ogni suo racconto, è la passione viscerale per quello che racconta, per il personaggio che presenta, per la parte che interpreta. Non scherziamo quando diciamo che sarebbe in grado di rendere interessante anche la lettura della lista della spesa. Ha rivoluzionato il modo di raccontare lo sport. Tutti sono lì per lui.

I titolari del Triple ieri sera erano al settimo cielo, e c’è da capirli. Il loro negozio è stato letteralmente preso d’assalto dalla gente. C’erano ragazzi, ma anche genitori, bambini, ragazze, ordinatamente in fila con un libro in mano oppure un foglio bianco da far autografare. E lui, mette la sua firma anche sul bancone del negozio. Sul tavolo ci sono le copie di Black Jesus, l’Antologia, la fatica letteraria dell’avvocato. Non solo basket però, perché molti in mano hanno anche Storie Mondiali, oppure Dream Team, libro di Jack Mccollum in cui l’avvocato ha scritto la prefazione. Ed il regista di questa serata perfetta, come ci spiegano Mario e Costa, i titolari del Triple, è Andrea Meneghin: «Quando il Menego ha saputo che Federico sarebbe venuto a teatro a Varese per raccontare le Olimpiadi del ’36, ci ha proposto di invitarlo. E’ stato lui però a chiamarlo, a prendere i contatti con lui, a sondare la sua disponibilità, e a passarci il suo numero. Poi lo abbiamo chiamato direttamente, ed è stato gentilissimo, una persona super. Davvero non sappiamo come sdebitarci, gli abbiamo regalato la felpa del nostro negozio. Lui è stato super, non ha voluto nulla in cambio, lo abbiamo contattato al telefono e si è dimostrato la persona più disponibile e gentile sulla faccia della terra. Addirittura, ci ha chiamato poco prima di arrivare scusandoci per essere in ritardo. Non aveva nemmeno cinque minuti di ritardo. Davvero, siamo felicissimi».