Al Nord si comprano meno case, prezzi crollano a Bologna e Milano


Roma, 20 ago. (Apcom)
– Si comprano meno case in tutta Italia, ma l’effetto della crisi si fa sentire di più al Nord: nei primi tre mesi dell’anno nelle regioni del Nord si è registrato un calo del 20,8% delle compravendite contro il 16,9% del Centro e il 16% del Sud. Scendono anche i prezzi e il crollo interessa tutta la Penisola: in testa Bologna con -7,3%, seguita da Milano con -6,1%, Venezia -5,4%, Firenze -5,3%, Torino -3,4%, calo più contenuto a Palermo (-0,4%) e Roma (-0,6%). Tengono soltanto Cagliari (+3,4%) e Bari (+1,1). A scattare la fotografia sul mercato immobiliare italiano è il Rapporto Nomisma 2009.

Per quanto riguarda la compravendita complessivamente fra gennaio e marzo 2009 si sono vendute 135.872 abitazioni con una diminuzione del 18,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Nell’intero 2008 si sono avute 686.587 transazioni con un calo del 15,1%. Al Nord a risentire di più della crisi sono i comuni non capoluogo, cioè le piazze immobiliari di minore spessore e meno liquide che riducono i contratti quasi del 20% (-19,8%) rispetto alle grandi aree urbane, in calo del 15,8%.
Anche al Centro l’andamento peggiore è stato nei piccoli centri non capoluogo con un calo del 19,4%, rispetto al -13,2% delle citta capoluogo. La differenza si sente meno al Sud dove la diminuzione nei centri non capoluogo è stata del 16,2% rispetto al -15,3% dei capoluoghi.

Si tratta, spiega Nomisma, di cali generalizzati di una tale
intensità da farci tornare indietro di 16 anni, addirittura al
1993 cioè all’inizio dell’ultima fase negativa di mercato. Sul
fronte dei prezzi, invece, “un dato così negativo non si è mai
rilevato sino ad ora, con ben 12 città sulle 13 considerate in
cui è sparito il giudizio di incremento dei prezzi”. Nei primi
sei mesi del 2009 si è avuta, infatti, una flessione dei prezzi
del 3,5% (-4,4% in termini reali) portando a due i semestri
consecutivi in rosso. “Tutti i mercati sono stati contagiati
dall’arretramento dei valori – sottolinea Nomisma – soltanto le
piazze meridionali parrebbero stare reagendo meglio alla spinta
riflessiva”.

Gab/Mlp

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