Educatrici di Busto, è muro contro muro. E ora le rette iniziano a latitare

Il “caso arretrati” scatena i genitori: pagamenti sospesi e luglio senza bimbi

Caso-educatrici, in commissione è muro contro muro tra il sindaco e le opposizioni. «Stiamo lavorando per una soluzione» ripete il sindaco alle domande dei consiglieri Pd e Cinque Stelle. Intanto però i genitori, soprattutto nei nidi, iniziano a mettere in pratica lo “sciopero delle rette”: «Pagamenti sospesi fino a quando non avremo risposte e chiarezza. E a luglio, se non ci saranno le educatrici comunali, in molti non manderanno i propri figli al nido».

È il quadro della situazione fatto da uno dei rappresentanti dei genitori degli asili nido e delle scuole dell’infanzia comunali che poco più di tre settimane fa avevano protocollato una lettera indirizzata al sindaco, agli assessori e ai dirigenti alla partita, per preannunciare la volontà di mettere in atto un clamoroso “sciopero delle rette”. Quel «gesto senza precedenti» che i genitori, schierandosi al fianco delle educatrici, avevano ventilato per fare pressing sul Comune, si sta concretizzando.

In alcuni asili nido i genitori, compatti, hanno già sospeso il pagamento delle rette, in altri ci sono alcune famiglie che hanno aderito all’iniziativa e altre no. Di certo lo stato d’animo dei genitori dei bambini che frequentano i nidi e le materne comunali non è cambiato. Anche perché domani mattina al Museo del Tessile ci sarà una nuova assemblea del personale educativo, che costringerà i genitori a posticipare l’ingresso a scuola dei loro bimbi a metà mattinata, con tutta una serie di disagi già eloquentemente descritti nella lettera aperta all’amministrazione comunale.

E per il mese di luglio, se si confermerà l’intenzione delle educatrici di non mettersi a disposizione per il servizio estivo dei nidi e delle scuole dell’infanzia, costringendo così il Comune ad avvalersi del personale delle cooperative, la prospettiva che diverse famiglie stanno prendendo in considerazione è quella di disertare i plessi comunali.

D’altra parte la trattativa tra Comune ed educatrici è in stallo: l’ipotesi di rimpiazzare l’indennità di turno con un’indennità di disagio e progetti strategici per il personale educativo, non risolverebbe il problema di quasi un anno di arretrati a cui le educatrici non intendono rinunciare (e per riavere i quali stanno già partendo le prime cause-pilota con i decreti ingiuntivi), mentre sul calendario scolastico non c’è ancora accordo. Il sindacalista Adl accusa l’amministrazione di «una presa di posizione politica per smantellare il settore educativo».