“Palla da Phella” tra sogni e amore

Palla da Phella torna, dopo 6 anni, e dice i suoi “Dogma”. Ha scelto un titolo che rispecchiasse l’idea di concretezza e l’uomo che è oggi con un rap potente, diretto e autentico per il suo primo progetto solista, Andrea Brumana classe ‘81, in arte Palla Da Phella, noto e storico membro del duo varesino Palla & Lana, quelli di “Applausi”.

Anticipato dal singolo “Scappare via”, l’Ep, in uscita il 30 settembre, è interamente curato e arrangiato dal produttore e Mc, Livio Huga Flame.

Palla si racconta e spiega l’importanza di amore e credibilità, attraverso cinque tracce – in distribuzione digitale tra la pagina ufficiale, soundcloud.com/palladaphella e Spotify – con il tocco da artista d’esperienza, dotato di consapevolezza lirica.

Come è nato “Dogma”? «L’avevo in testa da tempo e ci lavoravo da un po’, ma volevo dire qualcosa di concreto. Avevo diverse tracce e concetti da buttare fuori. Con l’aiuto di Livio hanno preso una forma solida che mi dà soddisfazione. In termini lirici, per la prima volta, sono riuscito a scrivere dei pezzi che fossero lo specchio della mia personalità. Lo sono a tal punto che, ad oggi pur avendole tanto ascoltate, non ho ancora mai avuto il desiderio di riscriverle».

E il progetto è nato così, insomma. «Ho voluto cinque tracce, studiate e confezionate, per concentrare tematiche e concetti di un uomo maturo, con tutta la sua esperienza e le sue peculiarità artistiche in qualcosa di molto diretto ed essenziale. Livio è stato “la mano” che ha costruito il tappeto sonoro e l’amico con cui ho portato a termine il progetto che mette insieme due correnti artistiche identiche, ma trasversali senza snaturarle. Ognuno ha mantenuto la propria personalità, il proprio stile, creando l’alchimia e l’indiscutibile naturalezza dell’Ep».

Qual è il filo conduttore del mini-disco? «Lo riassume “Scappare via” che è un inno alla quotidianità: parla di stabilità, di quell’equilibrio che si vuole raggiungere con la crescita personale. “Dogma” lo intendo come verità ed equilibrio, i brani perciò dovevano ricondurre a questa concretezza in maniera indiscutibile. Io consiglio di prestare attenzione a un paio di pezzi in particolare: “Scappare via” è una delle tracce più complete, in termini concettuali e di stesura musicale. “Status quo 2014” è un pezzo un po’ più difficile, parlo in maniera nuda. Sono le meglio riuscite: una in termini concettuali, l’altra anche a livello musicale.

Il sodalizio con Lana è finito? «Non c’è nessun tipo di separazione con Lana. Ci conosciamo da tanti anni, siamo quasi fratelli. Mi ha appoggiato e anche lui sta ultimando suo lavoro solista. Io, a 32 anni, ho l’esigenza, in questo momento di fare prodotto solista, dopo aver sempre lavorato a progetti con tanti rapper, da Robotflow a Palla & Lana».

Cosa pensa dell’attuale panorama hip hop in Italia? «Oggi il fenomeno è un movimento esploso in maniera esponenziale a livello di mainstream. Io ormai sono sulla piazza dal 2000 e credo che oggi si debba rappresente la realtà. Più sei reale e meno fai ricorso agli stereotipi nazional-popolari, più sarai credibile. Quando hai un vissuto da raccontare e un background culturale, anche la semplice realtà ha un seguito artistico».

Ma il giudizio cambia quando si parla della scena varesina: «C’è stato un periodo nel quale non si capiva dove stesse andando. C’erano piccole realtà effimere. Nell’ultimo anno sono spuntate, invece, nuove realtà anche giovanissime che hanno contribuito a sostenere il movimento. Figure come Mocce, Spanish Ed, Dj Beta, Hugaflame e Egreen hanno contribuito al fatto che anche i piu piccoli potessero entrare nel giro».

Io ho la fortuna di vivere nella città in di OTR, Davo e Kaso, che avevano un grosso potenziale all’epoca, e grazie a loro sono potuto entrare in questo circuito.

Varese

© riproduzione riservata