Varese, sindaci lumbard in rivolta “Non sposiamo i clandestini”

VARESE (a.mor.) La Consulta ha sancito l’incostituzionalità di ogni ostacolo al matrimonio anche se manca il permesso di soggiorno. In pratica, i clandestini si potranno sposarsi con i cittadini italiani senza alcun problema. Una decisione che non piace alla Lega. Stefano Candiani (segretario provinciale della Lega Nord) e Matteo Bianchi (sindaco di Morazzone) la definiscono rispettivamente «aberrante» e «allucinante». Il più arrabbiato di tutti, però, è il senatore Fabio Rizzi, sindaco di Besozzo, che fu il primo a bloccare un matrimonio nel 2008: «Eravamo

convinti di aver moltiplicato questa norma con il decreto sicurezza, ma ciò è stato smentito dalla Corte Costituzionale con una sentenza a dir poco vergognoso». E ancora: «Il clandestino non esiste, quindi io sto sposando l’aria – dice Rizzi – Al di là dei principi di diritto, si sta facendo una cosa non solo contro la legge, ma contro la logica. Il sindaco avrebbe il dovere di arrestare il clandestino, non di sposarlo».
A due persone in procinto di sposarsi, anche prima di questa sentenza, l’ufficio “stato civile” non richiedeva il certificato di regolare permesso di soggiorno. «Di fatto, però, in situazioni anomale, nulla vietava al sindaco di fare un’indagine con la polizia locale e di intervenire per lo stato di clandestinità. Adesso si legittima una problematica che poteva essere arginata» spiega Matteo Bianchi, nel cui comune, tempo fa, i carabinieri hanno scovato un “traffico” di falsi matrimoni venduti a stranieri che volevano regolarizzarsi, nel quale era implicato anche un pregiudicato. E ancora: «Agli occhi di tutti, questa sentenza va a legittimare uno status illegittimo. Se uno è clandestino qui non ci deve stare e quindi qui non si può neppure sposare. Così facendo, invece, si legittima il fatto che uno sia presente sul territorio, dicendogli “sposati così ti regolarizzi”». Stefano Candiani definisce la sentenza: «Semplicemente aberrante». Questo perché: «si continuano a penalizzare le persone che vivono tutta la vita rispettando le regole». Per concludere, una puntualizzazione. Qualora una ragazza in età di marito si recasse in un Paese extra UE e si innamorasse di uno straniero, di problemi non ce ne sarebbero oggi e non ce ne sarebbero stati ieri, in quanto il futuro sposo arriverebbe in Italia con un visto turistico (e quindi non come clandestino).

s.bartolini

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