«A Varese abbattuti 600 alberi all’anno. Siamo o non siamo la Città Giardino?»

Lo sfogo del vicesindaco Zanzi dopo l’abbattimento di 10 alberi di pregio negli ultimi giorni: «E io punto i piedi»

«Siamo nella Città Giardino e serve più sensibilità nella tutela del verde pubblico». Parola del vice sindaco che in questi giorni ha notato che, all’interno dei confini del Comune, sono stati abbattuti 10 alberi di pregio. Nello specifico, ritenendo che le piante fossero troppo vicine alla recinzione, sono state rase al suolo le conifere e i cedri che formavano la quinta davanti alla torre dei vigili del fuoco di via Legnani. Sono stati abbattuti i due cedri secolari nei pressi della scuola Foscolo di via del Nifontano e i cedri che schermavano la centrale del latte provenendo da via Uberti. In più, l’altra mattina, Zanzi ha sentito delle motoseghe in azione a villa Toeplitz, ha contattato l’ufficio di competenza, e ha chiesto di fermare i lavori fino a nuovi accertamenti.

«A Varese, ogni anno, vengono abbattuti regolarmente 600 alberi, un numero importante, pari a due alberi al giorno – dice Zanzi – A queste piante vanno aggiunte quelle eliminate abusivamente. Non vorrei trovarmi nella condizione di dover elaborare il progetto “la città in un giardino” senza più materie prime. Bisogna cambiare i regolamenti. Gli alberi sono amici che ci danno tanto. Non si può giustificare un abbattimento dando come motivazione il cedimento di una pianta vicina.

Oppure, come in via Nifontano, dicendo che alcuni rami dei cedri si erano spezzati. Ho portato uno di quei rami dal sindaco, perché voglio che ci sia una sensibilità diversa sulla tutela del verde della città. Abbattere un albero non è come tirar giù un cancello, ci vogliono anni perché ricresca. Compensare piantumando “alberelli” non ripaga i danni inferti al paesaggio».
E, ancora: «Sono stato portato in Comune da cittadini che danno importanza all’ambiente. I cittadini mi hanno dato un mandato e io cerco di rispettarlo. Sul verde punto i piedi, a costo di andarmene come sono arrivato – afferma il vice sindaco – Si parla di caserme e di biblioteche, ma le grandi cose nascono dalle piccole».

Secondo Zanzi, inoltre, alla centrale del latte si è compiuto un paradosso: «Sono stati tolti gli alberi in quanto rappresentavano un pericolo supposto, ma è stato lasciato il tetto di amianto sfondato, che a mio modo di vedere è un pericolo certo. Io non sto zitto e chiedo di intervenire sul tetto se davvero si ha a cuore l’incolumità dei cittadini».