Andiamo a votare in massa al Referendum. Ma è l’ultima possibilità che diamo alla politica

Il commento di Marco Tavazzi sul Referendum lombardo

Diciamo Sì all’autonomia. Andiamo in massa a votare. Ma sia chiaro: non vogliamo essere presi per i fondelli.

Autonomia, federalismo, mantenere le risorse sul territorio. Sono anni, anzi decenni che sentiamo queste parole, questi slogan.

Il federalismo non è una novità, se ne parla dagli anni Novanta. Lo ha promosso la Lega Nord per prima, questa va riconosciuto. Se non fosse stato per Umberto Bossi la grande battaglia per l’autonomismo probabilmente non sarebbe mai entrata nell’agenda politica nazionale. Oggi praticamente tutte le forze politiche si dicono a favore dell’autonomia dei territori.

Il lessico legato a questo pensiero fa ormai parte del politichese corrente.

Ed è questo il grande rischio, che fino ad oggi abbiamo visto confermato: che si parli tanto, e si concluda poco. Si cambia per non cambiare nulla.

E siamo abbastanza stufi.

Questo non significa che bisogna arrendersi.

La strada dell’autonomia amministrativa del nostro territorio, se percorsa in maniera costruttiva e seria, e non “all’italiana”, non può che portare grandi benefici.

Il problema è la volontà della classe politica nell’andare fino in fondo. Nell’utilizzare gli strumenti concessi dalla nostra Costituzione per ottenere miglioramenti nel funzionamento delle istituzioni locali, un loro potenziamento, che porti al rilancio e allo sviluppo delle nostre città e quindi al miglioramento delle nostre condizioni di vita.

In sostanza, siamo da troppi anni abituati ad assistere al teatrino della politica che promette “rivoluzioni” che non partono mai, che durano il tempo di un titolo di giornale. Votare a questo referendum è importante. Ma è anche l’ultimo atto di fiducia che possiamo dare a chi ci aveva promesso le stesse cose, senza attuarle, decenni fa.