Duecento anni di servizio per l’Italia. Nonostante le grandi difficoltà

La Polizia Penitenziaria celebra il bicentenario della sua fondazione. Il direttore dei Miogni lamenta l’assenza di fondi

La polizia penitenziaria celebra i 200 anni di fondazione del corpo con una cerimonia spartana «qui vige l’assoluta mancanza di fondi. Parlare di fondi ridotti sarebbe un passo avanti», ha detto il direttore dei Miogni . Ma il risvolto della medaglia «è l’intimità di questa festa. Una festa in famiglia», ha aggiunto Mongelli. Una festa sentita che ha raccolto tutti nella Sala dell’Affresco, un affresco stupendo dipinto anni fa proprio da uno dei detenuti del carcere varesino.

Una festa durante la quale gli agenti della polizia penitenziaria di Varese hanno mostrato con giusto orgoglio di essere presenti. Di ottenere, nonostante la già ribadita scarsità (ad essere buoni) di mezzi, grandi risultati. È stata terminata, ad esempio, la ristrutturazione di un piano «con i detenuti all’interno, senza chiusure di padiglioni e senza trasferimenti», come ha ricordato il comandante . «Voglio sottolineare il tema della vigilanza dinamica – ha detto Mongelli – che è una situazione ormai irreversibile. Mi riferisco alle sezioni aperte, che garantiscono più spazi di libertà per i detenuti ma richiedono un maggior impegno per quanto riguarda disciplina e sicurezza. Chiaramente non c’è trattamento là dove non c’è legalità, ma non possiamo nascondere che la vigilanza dinamica è più difficile in conseguenza di una costante riduzione di risorse, umane, finanziarie e materiali per il carcere. Altro tema è poi quello della deflazione delle presenze: avere meno detenuti comporta per lo più dignità e per noi la possibilità di lavorare meglio. A questo servono le misure alternative. Ma dobbiamo porci anche il problema degli stranieri che oggi sono 33 su 70 reclusi, quasi il 50 per cento: bisogna pensare all’espiazione della pena nei loro paesi d’origine o allo loro espulsione».

«Vorrei ringraziare tutti i miei uomini – ha detto Croci – va ricordato infatti che quanto sono arrivato qui, nel 2007, c’erano al lavoro 87-88 persone, siamo poco più di 40. Per questo la mole di lavoro non è mai diminuita, anche se per fortuna il nostro carcere non ha il problema del sovraffollamento al contrario di altre strutture».

Negli ultimi dodici mesi sono stati immatricolati 270 detenuti e 125 sono tornati liberi, gli eventi critici sono stati 39, ci sono stati 2.590 colloqui e le traduzioni di detenuti sono state 309.Dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia è arrivata infine una “lode” per 4 agenti in relazione all’attività di “monitoraggio” del parente varesino di un uomo che aveva commesso un omicidio in Calabria.

Lode al sovrintendente , all’assistente capo , all’assistente e all’agente scelto .

Mentre una nota di elogio è andata allo stesso Tirelli e all’assistente capo Giuseppe Beato.