«Ho restituito ai siciliani l’opera che fu loro rubata»

Andrea Ravo Mattoni ci racconta come è nata la riproduzione della Natività del Caravaggio

Un’opera d’arte ispirata alla Natività di Caravaggio è andata ad incrementare il progetto “Pinacoteca a cielo aperto” che il varesino Andrea Ravo Mattoni sta realizzando con le bombolette in destinazioni sempre più lontane. L’ultima in ordine di realizzazione è stata conclusa pochi giorni fa a San Salvatore di Fitalia (ME), ulteriore capitolo dedicato al pittore Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, nato in Lombardia alla fine del ‘500, ritrovatosi fuggiasco in Sicilia, e poi morto in disgrazia alle soglie dei quarant’anni, senza che il suo genio fosse riconosciuto.

«Ho dipinto già tre volte Caravaggio in Lombardia, che è il suo luogo di nascita. Sapendo che Caravaggio è stato a Messina, dove ha dipinto due tele importanti, ho proposto ai miei committenti la Natività e la Cena di Emmau: entrambi sono stati realizzati a San Salvatore di Fitalia». L’intervento è riuscito grazie ad una donazione dei Damiano, una famiglia della zona che possiede una multinazionale nel settore food.

«Senza moderni mecenati non potrei creare le mie opere: mi confronto con loro sul tema e sulla collocazione, che deve essere accessibile al pubblico». Con la ricaduta mediatica del primo dipinto con le bombolette realizzato a Varese, quello della pittura a cielo aperto di opere classiche collocate nella modernità è diventato un business che ha generato una piccola struttura con collaboratori. Il calendario delle commesse arriva fino al 2019, per una cinquantina di opere già in pectore.

«Ho iniziato il progetto di una Pinacoteca di Classici a cielo aperto, lo scorso Aprile a Varese nell’ambito del progetto Urban Canvas di WG Art, in collaborazione con Ileana Moretti. La notizia del Caravaggio dipinto sotto il viadotto alla fine di viale Belforte ha fatto il giro del mondo, e ora le richieste che arrivano sono tantissime. Io però posso eseguire solo 18-20 opere all’anno» dice Ravo Mattoni, che precisa di non essere nè un writer, né un graffitaro: «Non faccio murales, la mia non è street art. Se proprio serve una definizione io sono un pittore di arte murale e il mio lavoro è paragonabile a quello di un direttore d’orchestra che si ispira ai grandi classici e li reinterpreta».

La scelta della Natività di Caravaggio è decisamente suggestiva, perché la tela originale, dalle grandissime dimensioni, con un valore di mercato intorno ai 20 milioni di dollari, fu asportata la notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo. Decenni dopo alcuni pentiti di mafia parlarono di furto avvenuto ad opera delle cosche, che sembra avessero nascosto la tela in una stalla, dove l’opera sarebbe stata rosicchiata da topi e maiali;

si disse anzi che il dipinto, fortemente compromesso, fu poi bruciato. E infatti non fu mai più ritrovato: la Natività è inserita nella lista dei dieci capolavori più ricercati dalle polizie di tutto il mondo. Ancora più simbolico il gesto di Andrea Ravo Mattoni di restituirlo ai siciliani, su invito di Rosario Ventimiglia e Francesco Lollo, rispettivamente sindaco e assessore alla cultura di San Salvatore di Fitalia, piccolo paesino agricolo di 1.300 abitanti arroccato sui monti della Città Metropolitana di Messina.

«Una storia incredibile, un’opera negata, che ho avuto la fortuna di ricostruire grazie a fotografie dei primi anni 60 che ritraevano fedelmente i colori del dipinto, in tutto il loro splendore». Una storia che si va a sommare a quella dello sfortunato autore: «Per tutto il tempo che ho lavorato alla Natività mi sono immaginato Caravaggio solo e fuggitivo in una terra lontanissima dalla sua casa, inseguito dalla condanna a morte». Per le sue ricerche in storia dell’arte Andrea Ravo Mattoni ha un collaboratore d’eccellenza, Paolo Cova, autore di trasmissioni televisive di arte su Rai 4. «Spero presto di tornare a Varese e in provincia: ci sono già i progetti, e anche la collocazione, ora aspettiamo mecenati che vogliano diventare partner di questa iniziativa di ri-culturizzazione del territorio».