«Il Cairoli è nella storia di Varese»

Giornata di studi all’aula magna di via Ravasi per gli 80 anni dalla statalizzazione del liceo

Ricorrono 80 anni dalla statalizzazione del liceo classico Cairoli di Varese.
Il tema è stato approfondito ieri, durante una giornata di studi che si è svolta nell’aula magna di via Ravasi e che ha coinvolto relatori di prestigio, tra cui Carlo Lacaita, professore dell’università di Milano.

Lo storico Renzo Talamona, professore e ricercatore di storia, ha condotto i ragazzi di seconda e terza liceo in un viaggio dalla costituzione del Cairoli (che nacque come scuola civica nel 1910) alla statalizzazione avvenuta nel 1935-36. Il primo punto da tener presente è che le scuole classiche ebbero un ruolo considerevole nel processo di modernizzazione del Paese, e questo nonostante il pregiudizio con cui vennero accolte dalla società operaia dell’epoca, che riteneva più giusto prediligere le scuole magistrali e tecniche.

Il Cairoli, inoltre, durante il fascismo seppe imporsi come una scuola libera e antifascista (testimonianze, in tal senso, risalgono anche al professore Luigi Ambrosoli, che ha insegnato al Cairoli prima di diventare professore universitario). Veniamo ora ad alcune curiosità. La realizzazione del liceo Cairoli risale al 1908 per volere di Luigi Zanzi, nonno dell’omonimo professor Luigi Zanzi che si è spento qualche anno fa e che contribuì invece in tempi più recenti a creare l’università dell’Insubria. Il Cairoli, all’epoca ancora embrionale, entrò in crisi con il fallimento della banca di Varese e non venne più riproposto fino al 1917, quando il liceo fu nuovamente voluto dal sindaco di allora, Vincenzo Castelletti. La componente socialista si oppose, ma la scuola fu confermata nel 1920.

Il liceo Cairoli, in una fase, fu ritenuto troppo elitario: nel 1924 su 9 studenti ne furono bocciati 7, cosa che portò l’opinione pubblica alla convinzione che quella scuola andasse chiusa. In realtà, quegli anni segnarono la vigilia del periodo più fecondo della storia del Cairoli, la cui proposta culturale decollò con l’arrivo del preside Francesco Rovelli, un prete già professore di diritto amministrativo in Cattolica che aveva tre lauree: legge, filosofia e scienze politiche. Rovelli fu anche un antifascista della prima ora, che portò al Cairoli insegnanti di spicco e prestigio, come Rosa Grassi, Vittorina Zanzi, Cora Maroni, Alberto Colombo. Prima del 1929, anno in cui entrò nell’attuale sede, il liceo Cairoli si trovava – insieme alle altre scuole cittadine – in piazza Cacciatori delle Alpi, dove ora è collocato il tribunale di Varese. Tra il 1923 e il 1935, quindi proprio appena prima della statalizzazione della scuola, vi insegnò anche Mario Apollonio, cattolico, che non si dichiarò mai apertamente contro il regime fascista, ma che per un periodo lasciò l’Italia per andare in Nord Europa. «Questo evento è stato una festa, un modo di parlare del passato per riscoprire il nostro presente. Un modo per rimarcare il rapporto che c’è tra il Cairoli e il territorio, in particolare con il comune di Varese – dice Salvatore Consolo, preside della scuola – Ho visto questa ricorrenza come un’occasione di riflessione, i ragazzi ne sono rimasti entusiasti».n