Il segreto custodito a San Vittore. Il miracoloso affresco in basilica

La nostra terra è ricchissima di storia e nasconde tantissimi eventi spesso dimenticatiCon il suo lavoro “La Varese Nascosta” sta riportando alla luce tantissimi aneddoti e ricchezze della nostra cultura

I misteri e i segreti di Varese. La nostra terra nasconde storie molto spesso sconosciute, che l’associazione culturale “La Varese Nascosta” sta riportando poco per volta alla luce. Una grande opera di conoscenza e raccolta, che noi vi proponiamo, in collaborazione con l’associazione, sulle pagine del nostro giornale. In questo speciale, pubblichiamo le ricerche effettuata da Paola Molinari.

Nel 1568 a Varese, nella basilica di San Vittore, nacque un segreto che sarebbe stato svelato quasi trent’anni più tardi.

All’epoca il collegio canonico, al fine di accogliere alcuni importanti uomini che sarebbero venuti in visita, aveva deciso di rendere ancora più bella e maestosa la cappella di San Bernardino. I religiosi, per discutere di quali modifiche avrebbero soddisfatto questo desiderio, si erano riuniti al fresco della cappella e, passeggiandovi all’interno, studiavano il complesso di opere per determinare cosa si sarebbe potuto sacrificare per lasciare spazio al nuovo altare che era stato tanto voluto. Il collegio decise infine di ampliare una piccola nicchia, e subito mandò a chiamare gli operai per iniziare i lavori.

Qualche giorno più tardi, nella cappella si sentivano solo i rumori di martelli e picconi che faticosamente abbattevano i muri della nicchia. Il lavoro era stato commissionato ai più devoti lavoratori della zona: Pietro da Ganna e il maestro Alemagna. Per finire al più presto i lavori e riaprire la cappella ai fedeli, il maestro Alemagna aveva deciso di portare con sé anche il figlio Gerolamo. Gli occhi dei giovani, si sa, riescono a vedere ciò che gli adulti da tempo trascurano: la bellezza delle piccole cose.

Gerolamo infatti, mentre martellava, non poteva far a meno di ammirare gli affreschi che decoravano quella bellissima nicchia. Affreschi di santi dai colori tenui ma incredibilmente suggestivi. Uno in particolare colpì il giovane, un affresco raffigurante la Madonna con il suo bambino. Quando gli occhi di Gerolamo vi si posarono, la commozione fu così tanta che il giovane fermò il martello a mezz’aria, incapace di continuare.

Il padre lo sorprese e lo rimproverò ma, vedendo che il figlio non reagiva, si avvicinò a lui per ammonirlo ancora una volta. Il ragazzo continuava a guardare l’affresco: le vesti rosse e blu risaltavano sul grigiore della pietra, sul capo una corona d’oro incorniciava il viso sorridente della Madonna. Ma più di tutto, ciò che colpì Gerolamo, furono gli occhi. Gli occhi della Madonna, sembravano volergli dire qualcosa. In quegli occhi si leggeva dolcezza e preoccupazione per quel figlio che teneva in braccio e che a breve sarebbe stato cancellato per sempre dalle pareti della chiesa.

Gerolamo non poteva permettere che un tale tesoro venisse distrutto, e iniziò a discutere con il padre per trovare una soluzione. Il maestro Alemagna non aveva mai visto il figlio tanto caparbio ma, d’altro canto, non poteva non eseguire gli ordini dei religiosi. Dopo una lunga discussione decisero insieme a Pietro da Ganna di non distruggere l’affresco centrale, l’avrebbero invece coperto con della calcina e avrebbero allargato la nicchia ampliandone solo i lati.

I tre uomini decisero di tenere il segreto e nessuno in paese seppe mai cosa si nascondesse nella parete centrale dietro l’altare.

Ma di quei tempi i lavori di ristrutturazione si succedevano continuamente. La Basilica di San Vittore di Varese negli anni continuò a trasformarsi. Le sue cappelle furono più volte sostituite da altre più nuove e moderne, la cupola si alzò e nuovi affreschi comparvero sulle sue pareti.

E infine venne il 1596 e nel mese di maggio, come da tradizione, nella basilica si tenne una processione in onore della Madonna. Era un rituale importante e in molti vi parteciparono. Accorsero i confratelli e le consorelle dell’ordine del Rosario, seguirono i canonici e, a riempire il fondo della basilica, giunsero le vergini di Sant’Orsola.

Durante la processione capitò alla priora Luciana Carcano di alzare lo sguardo e di accorgersi, dopo decenni, di quell’affresco della Madonna che sembrava essere comparso all’improvviso. Il suo stupore richiamò l’attenzione delle consorelle e presto il vociare suscitato dalla scoperta interruppe le preghiere. Tutti si riunirono sotto l’affresco e iniziarono a decantarne la bellezza. Un giovane infine si avvicinò e, con un panno imbevuto nell’acqua benedetta, ripulì l’affresco delle ultime tracce di calcina rimaste.

La voce della scoperta dell’affresco si diffuse e in molti accorsero ad ammirarlo. Proprio il giorno di San Vittore, l’8 Maggio, iniziarono i miracoli. La prima fortunata fu la vedova Fossato. La preoccupazione del figlio malato a cui restavano pochi giorni di vita l’aveva portata ad inginocchiarsi di fronte la Madonna affrescata nella basilica. La vedova piangente d’un tratto sentì una voce, una voce che le intimava di portare una candela da accendere proprio di fronte alla madonna. La vedova non avendo ormai altre speranze per la guarigione del figlio, eseguì con zelo il compito. Tornata a casa ad assistere il figliolo, lo trovò completamente guarito.

La notizia corse in tutta la zona. Una fanciulla di 16 anni pregando di fronte quell’affresco riuscì a far guarire il suo braccio, irrigidito sin dalla nascita. La fanciulla chiamò la sua maestra, la signora Susanna, che a 70 anni, grazie ai miracoli della Madonna riacquistò la vista persa ormai da tempo. Infine si presentò di fronte all’affresco perfino Cristoforo Verri, l’ufficiale giudiziario del tribunale di Varese. Venne a pregare per il suo braccio immobilizzato per colpa di una coltellata. Per aver perdonato il suo aggressore, l’ufficiale fu miracolato e il suo braccio riacquistò forza e vigore.

Molti altri furono i miracoli, tanti da richiamare l’attenzione di un’apposita commissione che ne verificò la veridicità. I varesini decisero di dare alla Madonna un posto d’onore nella cappella del Rosario, a detta di tutti la più bella. Ad oggi sono ancora molti i fedeli che giungono ad ammirarne il sorriso dolce della Madonna e sono ancora in molti ad essere graziati dai suoi miracoli.

Fonti: http://www.lagomaggiore.net/blog/segreto-basilica-san-vittore-varese/