Indagato per la morte del piccolo Francesco. Si avvicinò al misticismo quando era a Varese

Massimiliano Mecozzi, che avrebbe cercato di curare un’otite con l’omeopatia, passò quattro anni in città

E a Varese Massimiliano Mecozzi incontrò il fondamentalismo religioso, il misticismo, l’arte di “curare” il mal di testa con l’imposizione delle mani e imparò il “facchinaggio”. Mecozzi, 55 anni, è il medico di Urbino indagato per la morte del piccolo Francesco, 7 anni, spirato sabato pomeriggio in conseguenza di un’otite curata con l’omeopatia: ha trascorso quattro anni a Varese all’interno di una comunità religiosa fondamentalista e vocata al misticismo. È accusato di omicidio colposo: secondo la procura le cure inadeguate avrebbero trasformato quell’otite

in un’infezione letale per il piccolo Francesco morto dopo 15 giorni di agonia. E nel passato del medico (non iscritto negli elenchi di chi pratica la medicina omeopatica) ci sono anche alcuni anni vissuti a Varese quale “adepto” del gruppo religioso Roveto Ardente, finito al centro di un’indagine aperta dalla procura di Varese nel 2008 (l’inchiesta fu poi archiviata) per sospetta associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Mecozzi, di origine marchigiana, ad inizio anni 2000, chiese e ottenne la cancellazione dall’ordine dei medici sino ad un anno fa, quando chiese e ottenne di esservi riammesso. In quel periodo di apparente rifiuto della professione Mecozzi si trasferì a Varese dove trovò lavoro come facchino in un ipermercato. Mecozzi aveva seguito le orme dell’associazione religiosa Roveto Ardente sino a Varese dopo l’incontro con un prete marchigiano (finito indagato nel 2008 dalla procura di Varese insieme al fondatore dell’associazione e alle sue due figlie). Nel 2008 era venuta alla luce l’indagine aperta due anni prima sul gruppo religioso in virtù della perquisizione chiesta dal pm Massimo Politi, titolare delle indagini, nella casa di Germignaga di una delle persone coinvolte, da dove è stato sequestrato materiale cartaceo e informatico, tra cui un preliminare di vendita (il cosiddetto compromesso) e due ricevute di versamento tramite bollettini postali, tutta documentazione che, secondo quanto emerge, comproverebbe il coinvolgimento degli indagati in operazioni poco trasparenti, con particolare riguardo ad un immobile di Bregano, che sarebbe appunto stato ceduto all’associazione da parte di un componente della setta. Una donazione sospetta, dunque. L’inchiesta per associazione a delinquere fu poi archiviata, ma dall’indagine emersero bizzarrie legate alla comunità religiosa (penalmente irrilevanti) che oggi vanno a comporre il passato del medico che ha curato il piccolo Francesco con l’omeopatia. La fede di Roveto Ardente aveva accenti mistici al limite dell’esoterismo, e un approccio fondamentalista sia al mondo esterno (vietate tutte le relazioni al di fuori della comunità) sia al testo biblico. I “sacerdoti” del credo svelavano anche i misteri nascosti nelle incisioni dei dischi di Beatles e Leda Zeppelin ascoltati al contrario. Mecozzi vi trascorse circa quattro anni, senza pensare più alla professione medica. Poi l’inchiesta varesina disperse la comunità (che era arrivata a contare 50 membri) e Mecozzi tornò nelle Marche abbracciando l’omeopatia.n