«L’aereo farlocco resti dov’è»

La rabbia dopo la beffa - Roberto Maroni va giù duro sulla storia del DC-9 “copia” che arriverà a Volandia

Chiamatela un po’ come volete, ma questa è una beffa bella e buona. Tra qualche settimana a Volandia arriverà, accolto con una grande festa, un aereo che pensavamo fosse una cosa e in realtà è un’altra. Già, perché da mesi si parla e si scrive del celebre Dc-9 che nel 1982 riportò in Italia la squadra campione del mondo con tanto di coppa, quello reso celebre dallo scatto che immortalò la partita a scopone tra Bearzot, Causio, Zoff e il presidente Pertini. Un aereo che rischiava di essere demolito, ci hanno detto: ma che in realtà è già stato demolito da un pezzo. Dal 1999, per la precisione. A Volandia ne arriverà uno uguale, il suo gemello, che nella sua gloriosa storia ha trasportato personalità eccellenti (Pertini, Scalfaro, Giovanni Paolo II). Ma che non è quello della famosa partita a scopa. E tutta la poesia, crolla.

La storia dei due Dc-9 è singolare e curiosa, e per ricostruirla ci abbiamo messo un po’. La trovate nell’articolo qui sotto ed è tutta da leggere, perché piena di sorprese. La fredda cronaca, invece, fa registrare la reazione del governatore Roberto Maroni che non ha preso bene la cosa.
L’operazione “salviamo l’aereo mundial” era stata annunciata e portata avanti tra squilli di tromba, lo stesso numero uno di Alitalia Montezemolo aveva benedetto il salvataggio («Siamo

davvero felici – aveva detto – che questa vicenda si concluda nel migliore dei modi. Alitalia ha sempre cercato di evitare che un simbolo della memoria nazionale andasse perduto. In quello scatto sono rappresentate alcune delle figure più amate e care a tutti gli italiani». Nella serata di domenica un comunicato stampa di Volandia annunciava l’arrivo del Dc-9 e l’intenzione di ricreare la famosa scena della partita a scopa con delle statue di cera. Lo stesso comunicato, tra le righe, diceva però che «Si tratta del Dc 9 gemello e identico in ogni aspetto a quello che riportò in Italia la Nazionale campione del mondo nell’82 danneggiato a causa di un incidente a Mosca e andato perso». Ah.

Al governatore Maroni, questa storiella non è andata giù. «Mi sembra davvero folle – ha detto – perché giusto qualche settimana fa ci era stato assicurato da Alitalia che avevano deciso di dare il Dc-9 a Volandia nonostante anche il Coni avesse fatto richiesta di tenerlo a Roma. E che avevano preso questa decisione per salvaguardare un monumento storico, di interesse nazionale. Noi, come Regione, ci eravamo persino informati per contribuire alle spese di trasporto: ma a questo punto, visto che l’aereo è un altro, non ci interessa più».
Il governatore, poi, rincara: «Quello è un aereo farlocco, e i musei non dovrebbero esporre cose farlocche: per quanto mi riguarda, l’aereo resti dov’è, a Roma. Non è quello che ci avevano detto, non ha nessun senso portarlo qui». E poi: «Faccio i complimenti alla Provincia di Varese per essere stati capaci di andare fino in fondo a questa storia: siete stati uno splendido esempio di quella stampa libera e vera, un bene per il nostro territorio».

La risposta di Maroni

La risposta del Museo Volandia


La storia del DC-9 e del suo gemello


L’editoriale del nostro Francesco Caielli