«Ora basta». Le donne denunciano abusi e violenze

Quattro casi in sette giorni. Lo Sportello nato tra Procura e Avvocati funziona a pieno ritmo

Quattro donne in sette giorni: lo sportello anti violenza che vede una sinergia tra Ordine degli Avvocati di Varese e Procura funziona. Inaugurato martedì scorso lo sportello che vede in campo 12 avvocati e 2 pubblici ministeri dedicati oltre a una poliziotta “dedicata” che svolge il lavoro do polizia giudiziaria ha già aperto le porte a quattro donne vittime di maltrattamenti. «Non tutte maltrattate dai mariti o dai compagni – spiega Elisabetta Brusa, consigliere dell’Ordine degli Avvocati varesini nonchè

uno dei 12 avvocati firmati da Regione Lombardia ad hoc con la finalità di fornire consulenze nell’ambito specifico – abbiamo anche un caso in cui una donna di 55 anni è stata maltrattata da un familiare stretto». Nello specifico il figlio. Le altre presunte vittime sono una ragazza di 28 anni, una pensionata di 80 anni accompagnata dalla figlia e una quarantenne vittima di mobbing, stando alle sue dichiarazioni, sul posto di lavoro. «Questo dimostra – spiega Brusa – che il fenomeno è trasversale. Non conosce età, non conosce etnia». Le donne che si sono presentate alla porta della stanza dell’acquario, così è stata nominata la sala che ospita lo sportello al secondo piano della sede del tribunale varesino, sono tutte italiane. I casi sono diversi tra loro. Abbiamo una madre maltrattata dal figlio che avrebbe esigenze economiche pressanti e quindi eserciterebbe pressioni anche violente sulla madre per ottenere del denaro. Abbiamo una giovane di 28 anni che «ha già denunciato l’ex compagno per maltrattamenti e adesso è in attesa», dice. In attesa che la giustizia faccia il suo corso. È questo il punto sul quale il procuratore di Varese Daniela Borgonovo ha sempre insistito: «garantire alle vittime un giusto processo – ha spiegato – ma soprattutto portare allo scoperto il sommerso dimostrando alle vittime che avere giustizia a breve termine è possibile. Se una donna denuncia e per 4 anni non viene più sentita ritrovandosi poi a processo senza alcuna assistenza negherà l’accaduto. Ritirerà la denuncia. È questo che lo sportello vuole evitare. Qui le vittime trovano avvocati che sapranno indirizzarle. Sapranno dar loro consigli su come denunciare. Una volta presentata la denuncia due pubblici ministeri dedicati eseguiranno tutti gli accertamenti del caso. Denunciare subito è fondamentale: per la raccolta delle prove, per avere un processo giusto». I. Messaggio è arrivato forte e chiaro: quattro donne in sette giorni. «Un risultato straordinario – dice Brusa – che ci incoraggia ad andare avanti».

Delle quattro donne una è stata indirizzata allo sportello da associazioni che si occupano di violenza sulle donne. Le altre tre hanno raggiunto la stanza dell’acquario dopo aver letto sui giornali del nuovo servizio. «Siamo qui – conclude Brusa – siamo qui e questo primo risultato ci incoraggia». Quello di Varese è il primo sportello di questo tipo in Italia. I risultati incoraggiano.

«Il modello – dice Brusa – potrebbe essere attivato in tutto il resto d’Italia. Ovviamente l’obbiettivo è quello di costruire una rete il più ampia possibile che comprenda le associazioni, che svolgono un ruolo fondamentale, con un supporto psicologico che noi, ad esempio, non torniamo. Rifugi sicuri per donne in pericolo: l’obbiettivo è uno ed è comune. Aiutare le donne e i minori abusati e vittime di maltrattamento. Noi forniamo consigli legali: l’immediata denuncia è fondamentale per la raccolta di prove e alla fine arrivare ad un processo giusto».