«Paolo mi ha insegnato il coraggio»

Una folla di amici si è stretta attorno ai familiari. Il padre: «Con te sono diventato un uomo migliore»

Le tribune del PalA2A erano già gremite alle 14. La metà del palazzetto illuminata, quella che ha fatto da cornice all’ultimo saluto a Paolo Paul Talamoni, il giovane morto a soli 18 anni dopo dieci mesi di lotta corpo a corpo con un tumore, rifletteva centinaia di volti giovanissimi.

A salutare Paolo c’erano gli amici, i compagni di scuola, i compagni di squadra incontrati negli anni, gli allenatori e gli insegnanti.

C’era anche Daniele Cavaliero, il capitano della Pallacanestro Varese, il sogno di Paolo, che papà Giuseppe ha ringraziato «per la straordinaria umanità che ha dimostrato». Paul era in campo. Il feretro appoggiato sul parquet del PaA2A, circondato da fiori, e coperto dalle maglie del giovane, con la canotta donatagli da Eyenga incorniciata sotto la foto di quel giovane dagli occhi giganteschi e profondissimi, Papà Giuseppe ha ringraziato tutti «per la vicinanza, per l’affetto», ha ringraziato la Pallacanestro Varese per la disponibilità dimostrata, mentre sul maxischermo del palazzetto scorrevano mille fotografie del figlio. Paolo che gioca a basket, Paolo con la famiglia, con gli amici. Ricordi di una vita.

Il padre ha poi affidato la lettura della lettera di saluto che ha scritto per il figlio ad un’amica: «non credo che io riuscirei a leggervela», ha spiegato. Un padre che parla di un figlio che gli ha «insegnato la lezione della vita – scrive papà Giuseppe – si dice che per un genitore sia innaturale sopravvivere a un figlio. Un genitore è colui che insegna, che guida il figlio. Negli ultimi dieci mesi tu hai invertito i ruoli». Continua la lettera: «mi hai insegnato il coraggio, mi hai insegnato la pazienza, mi hai insegnato la sopportazione delle cure invasive, dolorose. Cure per sconfiggere un male vigliacco. Tu, un ragazzo, mi hai insegnato cosa significa essere uomo. E oggi, con te, sono diventato un uomo migliore».

Un ragazzo immenso, un esempio di dignità e coraggio assoluti. Ed è giusto che ieri sia arrivata in Comune la richiesta, già anticipata nei giorni scorsi dal mondo cestistico varesino, di intitolare a Paolo i campetti del Campus. Il luogo speciale, il posto del cuore di Paul.