Passa la censura contro Malerba. La Lega attacca: «Ora si dimetta»

Il centrosinistra si divide sulla mozione presentata dal centrodestra ed approvata martedì sera

Martedì sera il consiglio comunale – con 15 favorevoli, 11 astenuti tra cui il sindaco Davide Galimberti, 3 contrari e 4 assenti – ha approvato la mozione di censura per Stefano Malerba, Presidente del Consiglio del Comune di Varese. Malerba ha lasciato il consiglio prima che si discutesse la mozione, e il giorno successivo non ha voluto commentare la censura (non è una sfiducia, quindi non porta conseguenze) e fa sapere che non intende dimettersi dal suo ruolo. Neppure Galimberti ha voluto rilasciare un parere sull’accaduto, che costituisce una prima assoluta per il Comune.

Prima del voto, sono intervenuti solo cinque consiglieri: Mauro Gregori (lista Davide Galimberti), Enzo Laforgia (Progetto Concittadino), Luca Conte (Pd), Elena Baratelli di Varese2.0 che ha lasciato l’aula insieme al consigliere Valerio Crugnola e Fabrizio Mirabelli (Pd). A placare i toni è stato lo stesso Paolo Orrigoni, consigliere che ha proposto la mozione, che l’indomani commenta: «La mia non voleva essere una mozione per limitare la possibilità di espressione, ma per portare tutti a capire che certi toni da “prima Repubblica” non vanno bene. Non ho messo la mozione sul piano personale e politico.

La reazione pacata che c’è stata anche da parte del pubblico è la maggior soddisfazione, perché significa che il messaggio è stato capito». Gregori, che ha votato contro, ha condannato la lettura politica della mozione: «Malerba, per i suoi elettori, è colpevole di aver portato la vittoria a Galimberti. Se vogliamo che non sia il principale esponente della Lega Civica diciamolo chiaramente». Laforgia (voto contrario) ne fa una questione di forma e di sostanza: «Ciò che dico privatamente o in vesti diverse da quelle che mi impone il ruolo di pubblico funzionario non può ricadere sul modo in cui svolgo una pubblica funzione. La mozione, a mio avviso, era mal posta per questa ragione».

Ma c’è chi giudica l’esito del voto «imbarazzante» e chiede le dimissioni di Malerba, come il consigliere leghista Marco Pinti, che ha votato a favore della censura: «Malerba entra in consiglio con temi di forte rottura nei confronti dei partiti e poi si trova ad essere una figura super partes, cosa che è una contraddizione in termini. Lo invito a cogliere l’occasione di dimettersi da Presidente del Consiglio e di fare il consigliere in rappresentanza dei sui veri elettori». Simone Longhini, capogruppo di Forza Italia, commenta: «La maggioranza si è spaccata in quattro, penso che Malerba, ma soprattutto Galimberti, dovrebbero trarne le conseguenze».