Province senza fondi. L’allarme in Parlamento

La senatrice varesina D’Adda presenta un’interrogazione: «A rischio servizi e manutenzioni»

Province a corto di fondi, il grido d’allarme in Parlamento della senatrice : «A Varese le scuole rischiano di non riuscire a pagare le bollette. Il governo agisca per evitare il default degli enti». Il capogruppo Pd di Villa Recalcati non nega le difficoltà: «Senza nuove iniezioni di risorse, servizi a rischio. Più che le scuole, il problema più immediato e preoccupante è sulla manutenzione delle strade».

Le Province rischiano il collasso finanziario e la senatrice di Busto Arsizio Erica D’Adda si fa promotrice, insieme ad alcuni colleghi del Pd, di un’interrogazione urgente al governo per chiedere interventi urgenti, mentre ci sono province, come Caserta, che annunciano che non riusciranno a riaprire gli istituti scolastici superiori. D’Adda fa notare che «gli ordini del giorno accolti dal governo in sede di discussione della manovra di giugno sono apprezzabili, ma non hanno alcun effetto concreto a breve termine, così come importanti sono i due milioni e mezzo di euro messi a disposizione per l’edilizia scolastica da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, risorse operanti su orizzonti temporali non brevi».

Il problema è immediato, se è vero che, come spiega la senatrice dem, «ad oggi, numerose amministrazioni provinciali non hanno risorse sufficienti per assolvere né alle funzioni fondamentali che la legge assegna loro né alle spese ordinarie di funzionamento delle scuole». L’esponente bustocca del Pd cita «ad esempio» proprio la realtà della provincia di Varese, dove «è alto il rischio di non pagare le bollette elettriche, le bollette del riscaldamento, le spese di funzionamento e manutenzione e le piccole ristrutturazioni, con seri problemi per l’avvio del nuovo anno scolastico». Senza contare poi che «gli effetti negativi delle scarse risorse presenti nella casse delle amministrazioni locali determinano seri problemi anche per i lavoratori dipendenti che in molti casi rischiano di non vedersi pagati gli stipendi». Insomma un quadro drammatico che, in linea con il «rischio di default» denunciato anche dal presidente dell’Unione Province italiane , richiede «iniziative urgenti» da parte del governo.

«Non è una novità che, come ogni anno, non abbiamo le risorse per fare i bilanci – ammette Paolo Bertocchi, capogruppo dei Civici e Democratici – al governo e a Regione abbiamo chiesto fondi per occuparci delle competenze che abbiamo. Quello delle bollette è uno dei problemi, poi ci sono i turni di notte della faunistica, la caccia selettiva, il controllo dei fiumi. Se sulle scuole qualche mese coperto ce l’abbiamo ancora, la scadenza più urgente e preoccupante è sulla manutenzione delle strade».

Insomma, le scuole apriranno a settembre, ma con l’acqua alla gola: «Grazie ai 5,5 milioni stanziati con la “manovrina” abbiamo fatto una serie di interventi che hanno tamponato alcune situazioni, come quella dell’Isis Facchinetti che rischiava di non avere l’agibilità – sottolinea Bertocchi – ma senza nuove iniezioni il rischio di non sapere come pagare le bollette nei mesi freddi è concreto».