Scatta lo sciopero dei penalisti. A rischio un centinaio di processi

Saranno garantite solo le udienze che vedono imputati detenuti

Avvocati penalisti in sciopero: a Varese a rischio quasi un centinaio di processi. Garantite le udienze che vedono imputati detenuti, ovviamente. L’avvocatura in particolare contro il Ddl sulla legittima difesa: «si è agito su pericolose spinte populistiche». Il disegno di legge, criticato da molti, non piace agli avvocati: che anche per questo incrociano le toghe. L’astensione a livello nazionale è partita ieri e si concluderà giovedì 25 maggio. L’adesione nella Città Giardino per ora è vicina al 100%.

È il quarto sciopero contro il disegno di legge di riforma del processo di recente approvato dal Senato e contro il disegno di legge di riforma della legittima difesa. In particolare sui due temi il contenuto della delibera adottata dalle camere penali italiane spiega che: «il contenuto di tali riforme sia contrario, non solo agli interessi e ai diritti dei singoli imputati, ma anche alle legittime aspettative delle persone offese e della intera collettività, che esige,

in un Paese civile moderno e democratico che i procedimenti penali abbiano una ragionevole durata e che la fase dell’accertamento dibattimentale venga posta al centro del processo penale, sottraendo la fase delle indagini preliminari all’attuale enfatizzazione e mediatizzazione, attuando e realizzando i principi del giusto processo, nel rispetto pieno delle garanzie dell’imputato e soprattutto di quelle poste a presidio del diritto inviolabile della difesa e della dignità stessa della persona, violate dalla estensione dell’istituto della partecipazione a distanza».

E in particolare la delibera sottolinea come sulla legittima difesa si sia agito sulla spinta di moti populistici e pericolosi: «ancora una volta, con il Ddl di riforma della legittima difesa, disattendendo del tutto le indicazione dell’avvocatura e dell’accademia, si è operato un intervento legislativo sulla spinta di evidenti e pericolose pulsioni populistiche che non rispondono ad alcuna reale esigenza di tutela, risultando la legge in vigore, così come riformata con la legge del 2006, già ampiamente rispondente alle finalità di tutela che si intendono perseguire ed introduce, al contrario, all’interno della fattispecie criteri del tutto irrazionali ed ulteriori elementi di incertezza interpretativa ed applicativa». Si torna in aula venerdì 26 maggio, fatto salvi ovviamente i processi con detenuti e le udienze di convalida degli arresti.