«Tangenziale gratuita? Diventi statale o regionale»

Di Pietro lancia l’idea da Villa Recalcati: «Via il pedaggio solo col contributo delle istituzioni»

«La Tangenziale di Varese? Va statalizzata, o regionalizzata». È la soluzione che il presidente di Autostrada Pedemontana Lombarda ha prospettato ai sindaci del territorio nel corso dell’incontro di ieri pomeriggio a Villa Recalcati, per fare il punto sulle criticità che erano state evidenziate nello scorso mese di maggio in un documento fatto pervenire anche al ministro delle infrastrutture .

Ed è proprio a Roma, e a Milano, in Regione Lombardia, che l’ex ministro intende trovare la risposta alla domanda più sentita sul territorio: la questione del controverso pedaggio della Gazzada-Vedano, motivo alla base del flop certificato dai dati di traffico del 2016, quando in Tangenziale si è visto il 78% in meno delle auto previste dal piano finanziario dell’opera.

«Il pedaggio è il vero problema – ammette Di Pietro – chi deve utilizzarla qui è chi va a lavorare, ma se costa troppo non può permettersi di farlo. Noi per quel che ci compete abbiamo già ridotto del 30% il pedaggio, e contiamo di strutturarlo in modo diverso, ma io resto sempre dell’idea che la responsabilità di questi collegamenti infrastrutturali fondamentali deve essere assunta direttamente dalle istituzioni. Perché allora non statalizzare o regionalizzare la Tangenziale?».

Provocazione o realtà plausibile? Il presidente di Pedemontana è già pronto a fare la sua parte: «Se ci fosse un accordo politico, non ci metteremmo certo di traverso – afferma Di Pietro – Non vogliamo guadagnarci sopra perché la tangenziale deve essere ad uso e consumo del territorio. E se fosse sostenuta con soldi pubblici potrebbe diventare gratis, come lo sono le tangenziali di Roma, di Milano e di Palermo».

Il piano prevederebbe un intervento economico pubblico, dello Stato o della Regione, per coprire le rate di mutuo che la società Pedemontana deve ancora pagare in base al piano economico finanziario dell’opera: «Fin quando qui ci sono io, non farò nessuna difficoltà. La responsabilità è della politica. Ma io sono il primo a dirlo, perché tutti hanno interesse a tenerla a pagamento, perché prima o poi inizierebbe a guadagnare».

Ma Di Pietro passa la palla al governo anche per quel che riguarda il futuro del tronco principale di Pedemontana: «Io credo che sia necessario farla, ma credo anche che ci sia la necessità di un impegno comune da parte nostra, della Regione e del governo. Al ministro Delrio un messaggio da qui lo mandiamo: mi raccomando, la prossima volta che viene qui sul territorio, non dica che Pedemontana è un’opera non prioritaria, perché chi abita qui lo sa com’è difficile la mattina alzarsi per andare a lavorare e tornare la sera».

Per il resto, l’ex ministro ha preso appunti sulle esigenze dei sindaci, ma ha anche dato risposte concrete sul tema delle compensazioni ambientali: «Sono soddisfatto di questo incontro, perché gli amministratori locali hanno potuto prendere atto che tutto quel che si può fare lo stiamo già facendo. Anche perché abbiamo già mandato le bozze di convenzione per le opere compensative: una volta approvate dai singoli consigli comunali, i lavori sono pronti per poter partire».