11 luglio, Festa (della) Nazionale: corsi e ricorsi di un’Italia nel pallone

Nel 1982 la vittoria del terzo campionato del mondo in Spagna, un anno fa il trionfo europeo a Wembley. Una data che ritorna nella storia del nostro calcio. E rimane nella memoria insieme a immagini, uomini ed emozioni

Qualcuno voleva farla diventare Festa nazionale. Senza entrare nel merito di quanto siano apprezzate o meno quelle attualmente in vigore e le proposte alternative più o meno credibili, l’11 luglio è certamente la “Festa della Nazionale”. La Nazionale azzurra del nostro calcio che 40 anni fa come oggi alzava nel cielo di Madrid la sua terza Coppa del mondo e che solo dodici mesi orsono vinceva gli Europei beffando ai calci di rigore l’Inghilterra padrona di casa.

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L’11 luglio nel destino della patria del pallone dunque, una ricorrenza che i calciofili italiani non dimenticano, sia chi ha l’età per ricordare la notte del 1982 al Bernabeu, sia chi gode ancora per aver trionfato nel 2021 a Wembley, in faccia a uno stadio e un Paese che cantavano “It’s Coming Home”. “It” era la coppa che gli inglesi pretendevano di portarsi a casa quasi per diritto divino per aver “inventato” il calcio. E invece “It”, iniziali di Italia, arrivò a “Rome”, con sovrapposta rima beffarda.

In seguito a quel successo così dolce il nostro calcio ha vissuto una delle sue pagine più tristi mancando la compagine del “Mancio”, re d’Inghilterra per una notte, la qualificazione ai mondiali del Qatar. Una disfatta doppiamente stridente, ma questa è un’altra storia.

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La Storia, con la “S” maiuscola, fu scritta l’11 luglio di quattro decenni fa, in una calda serata di Spagna. “Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!”: il triplice grido di giubilo, composto e non eccessivo, dell’indimenticabile Nando Martellini rimane fisso nella memoria di chi “c’era” e di chi è venuto dopo. L’Italia di Bearzot aveva appena trionfato nella finale contro i temutissimi “panzer” della Germania Ovest (già, allora ce ne erano ancora due, tristemente divise da un muro): 3-1, gol di “Pablito” Rossi, Marco Tardelli e “Spillo” Altobelli, dopo il rigore fallito dal “Bell’Antonio” Cabrini.

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Tante le immagini iconiche e storiche di quella notte magica (otto anni prima che provassimo a viverne altre, in casa): il presidente Sandro Pertini che esulta come un bambino in tribuna, la corsa di un trasfigurato Tardelli, le manone sicure del capitano Zoff che alzano la terza coppa, la celebre partita a carte sul volo di ritorno.

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Tutte scene da 11 luglio, lontano o vicino che sia, una ricorrenza dolce anche in questo lunedì che ci pare così anonimo e decisamente appiccicoso. La Festa (della) Nazionale ci strappa almeno un sorriso.