40enne condannato a 15 anni: nel 2020 aveva sequestrato, picchiato e stuprato una donna

Il giorno di Natale del 2020 aveva attirato la vittima a casa sua e, dopo averla legata, l'ha stuprata e picchiata con una mazza. Oltre ai 15 anni di reclusione, il collegio ha stabilito un risarcimento alla parte civile di 50mila euro.

GORLA MINORE – Ieri, mercoledì 6 luglio, si è concluso il processo ad Aniello Di Somma, 40enne che il giorno di Natale del 2020 ha imbavagliato, avvolto con il nastro isolante, picchiato e stuprato una donna. Secondo l’imputato si è trattato di un gioco erotico consensuale, ma il collegio presieduto dal giudice Nicoletta Guerrero non è stato della stessa opinione.

Natale 2020

Il giorno di Natale l’uomo avrebbe attirato la vittima, una 43enne di Busto Arsizio, in casa sua con la scusa di offrirle un lavoro come donna delle pulizie e della cocaina gratis. La donna, infatti, tossicodipendente affetta da disturbi psichiatrici, aveva conosciuto il suo aggressore pochi mesi prima dell’accaduto proprio per motivi di spaccio.

Imbandito un tavolino con la droga, Di Somma ha fatto accomodare la sua vittima e poi le è saltato addosso, cercando di tenerla ferma prima con delle manette di peluche, poi con il nastro isolante. Infine, dopo averle tagliato gli indumenti e averla legata al letto, l’ha stuprata e l’ha picchiata con una mazza da baseball.

Quel giorno si sarebbero fatti vivi molti clienti a casa dell’imputato e la donna avrebbe cercato di attirare la loro attenzione con lamenti e mugugni per chiedere aiuto, ma, a quanto pare, nessuno si è accorto della sua presenza e di ciò che stava accadendo all’interno dell’abitazione. Quando la vittima è riuscita a liberarsi, all’alba del 26 dicembre, ha chiamato i Carabinieri.

La condanna

A settembre il Giudice per le Udienze Preliminari Stefano Colombo aveva approvato il patteggiamento di un anno per cessione di cocaina alla vittima e, quindi, Di Somma si trovava già in carcere a Pavia.

Ieri, però, il collegio ha condannato l’imputato ad altri 15 anni di reclusione per i reati, ben più gravi dello spaccio, commessi nel 2020: una pena superiore a quella richiesta dal Pubblico Ministero Flavia Salvatore di 12 anni e 6 mesi. Oltre alla reclusione, i giudici (Nicoletta Guerrero, Giulia Pulcina e Veronica Giacoia) hanno anche stabilito un risarcimento alla parte civile di 50mila euro.