VOLTORRE Davanti alla chiesa di Voltorre c’erano alcuni palloncini bianchi, mazzi di fiori, un poster con scritto «grazie per ogni singolo momento che hai regalato a tutti noi» e una foto di Manuela D’Alessandro, con il bel sorriso di sempre. Centinaia di persone ieri hanno voluto dare l’ultimo saluto alla venticinquenne morta sulla Sp1 nella notte di Capodanno mentre ritornava da una festa a casa di amici. Stretti intorno ai familiari della ragazza c’era il paese quasi al completo, gli amici, gli ex compagni di scuola, i colleghi del centro commerciale di Cocquio e delle scuole di ballo. Moltissimi i giovani: la chiesa era tanto gremita che a malapena si riusciva ad entrare.
Lo sguardo di tutti era rivolto all’altare, alla bara bianca coperta di rose bianche, rose e gialle. Al vescovo Luigi Stucchi il difficile compito di portare un po’ di serenità nel cuore di una comunità straziata. «Leggo un immenso dolore nei vostri sguardi – ha detto Stucchi – pensiamo all’Apocalisse che narra di cieli nuovi, in cui la morte non sarà più né lutto, né lamento, né affanno. Quella pagina per Manuela è già presente. Ciò a cui ella teneva, ai nostri occhi non esiste più. Ma lei sta danzando pienamente vicino al Signore. Queste certezze sono frutto della parola di Dio. Don Giuseppe (parroco di Voltorre) diceva che il suo tesoro è la bellezza. Ella, incontrando Gesù, vede la bellezza che è il suo tesoro. Gli aspetti buoni e positivi di Manuela sono persi per un tratto di strada di cui non conosciamo la misura. Sia che moriamo sia che viviamo, noi apparteniamo a colui che è la vita. Teniamo viva Manuela, custodiamo il suo ricordo perché un giorno la vogliamo ritrovare».
La messa è stata celebrata anche da don Giuseppe Ortelli, parroco di Voltorre e da don Piero Visconti, prevosto di Gavirate. Commuovente, alla fine della celebrazione, il messaggio letto da “Vale”, una delle amiche della giovane. Affianco a lei Loredana Varallo, mamma di Manuela, e Consuelo Bevacqua, la ragazza con cui ha trascorso l’ultima sera
della sua vita. «Amica mia ti ho sempre creduto un angelo e adesso ne ho la conferma – ha detto Vale tra le lacrime – quante volte ho detto “vorrei essere la Manu”. Mi hai guarito con le emozioni, con la passione del ballo e della musica. Ancora adesso ti sento ridere e scherzare».
La bara è stata portata fuori dalla chiesa con uno scroscio di applausi. I palloncini sono stati liberati in cielo nel cimitero di Bogno (frazione di Besozzo), dove Manuela riposerà vicino a nonna Anna. Nel frattempo, nel punto dove si è consumata la tragedia continuano ad essere portati fiori ed è comparso uno striscione con scritto «Manu per sempre».
Sul fronte delle indagini la famiglia di Manuela non ha ancora ricevuto alcuno sviluppo. «Ci vorranno almeno un pio di mesi» conferma lo zio Arnaldo Varallo. Darwin, il ragazzo che era alla guida della Smart è ancora in stato di shock e, anche a causa delle ferite riportate nello schianto, non ha potuto essere presente al funerale. All’Epifania, durante la messa, don Giuseppe ha fatto appello alla generosità dei parrocchiani: «Se qualcuno vuole essere solidale con la famiglia di Manuela può rivolgersi a me e io troverò il modo».
Adriana Morlacchi
e.marletta
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