Voldomino, ha confessato Il piromane resta in carcere

LUINO Ha confessato e resta in carcere Tiziano Casaluce. Il 48enne, autista di Luino, accusato di incendio doloso aggravato per aver dato fuoco al suo appartamento scatenando l’esplosione che poi ha coinvolto la palazzina di via Copelli a Voldomino, ha infatti ammesso le proprie responsabilità. E lo ha fatto, davanti al gip del tribunale di Varese, Giuseppe Battarino, nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Al termine del quale il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, ha disposto la custodia cautelare per l’uomo. Che ha agito per vendetta, in base a quanto riferito. Nei confronti del padrone di casa con cui da tempo aveva dei dissapori. Per questo ha riempito di benzina l’appartamento, utilizzando 8 litri di carburante prelevato in precedenza da un distributore della zona,  e poi ha appiccato il fuoco mercoledì mattina all’alba. Rischiando grosso, vista l’immediata deflagrazione, e facendo rischiare altrettanto alle 16 persone che vivevano negli altri cinque appartamenti. Sono ancora tre, intanto, i nuclei familiari della palazzina di via Copelli a Luino alloggiati in albergo dai servizi sociali del Comune. Due che vivono nella parte superiore (al primo e secondo piano) dello stabile, nella parte dichiarata comunque agibile e abitabile dei vigili del fuoco

dopo i sopralluoghi tecnici, sono in attesa delle opere di risistemazione dei danni causati dal fumo e dall’acqua utilizzata per lo spegnimento. «Si tratta di manutenzioni necessarie in questi casi – evidenzia l’assessore al Territorio, Alessandra Miglio che sta seguendo da vicino la vicenda – anche perché oltre ai danni materiali sono stati pesanti anche le conseguenze sugli arredi e gli oggetti, compreso il vestiario, presenti in casa». Servirà così del tempo per asciugare, verificare gli impianti e imbiancare i locali. Per la terza famiglia, una coppia peraltro appena sposata, che invece viveva nella parte destra, quella dichiarata inagibile dopo l’esplosione, il rientro sarà decisamente più difficile. Perché questi tre appartamenti, dove vivevano anche dai familiari del proprietario della palazzina, sono stati pesantemente lesionati dall’esplosione. «Si sono alzati persino i pavimenti di quello sovrastante al locale dell’esplosione – sottolinea l’assessore al Territorio – e per questo le opere di sistemazione saranno decisamente più complesse. In questi casi serve l’azione di ingegneri specializzati per verifiche sia dal punto di vista statico, sia per la pianificazione dei lavori alle strutture e agli impianti, necessarie per riottenere l’agibilità e l’abitabilità che saranno poi vagliate dagli ufficio tecnico del Comune».

b.melazzini

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