Prelievi omofobi all’ospedale di Somma? «Un cartello vecchio messo per errore»

SOMMA LOMBARDO Un avviso di vent’anni fa, scritto su un foglio con il timbro ancora della defunta Ussl numero 6, da cestinare. Invece – secondo la ricostruzione delle autorità sanitarie responsabili – è stato riappeso per sbaglio al muro, insieme a una vecchia bacheca anch’essa da mandare al macero. «Chi ha rapporti omosessuali non può donare sangue», stava scritto in una bacheca della sede Avis ospitata dall’ospedale di Somma Lombardo: «In un corridoio interno», precisa l’azienda ospedaliera di Gallarate, da cui l’ospedale sommese dipende.

L’omosessualità tra i criteri di esclusione dalla donazione? Immediati il grido d’allarme e lo sdegno dell’Arcigay. Ma così non è: la sezione Avis di Somma ha subito precisato l’altro ieri che «tra i criteri di esclusione ci sono i comportamenti sessuali a rischio, omosessuali o eterosessuali che siano». E anche l’azienda ospedaliera puntualizza con forza: «A seguito di quanto diramato dall’agenzia Ansa, l’azienda ospedaliera di Gallarate, che ospita la sezione Avis nei suoi locali dell’ospedale Bellini di Somma Lombardo, precisa che nessun comportamento discriminatorio è mai stato messo in atto nei confronti di persone omosessuali. Quanto riportato dall’Ansa a seguito delle dichiarazioni dell’Arcigay non corrisponde alla verità dei fatti». E ancora: «Tutti i potenziali donatori di sangue, senza discriminazione di sorta, sono sottoposti a valutazione medica e ad accertamenti clinici previsti dalle norme per l’idoneità alla donazione».

Intanto, il direttore della Medicina trasfusionale e immunoematologia Ambrogio Pagani è andato di persona al Bellini per togliere il cartello, esposto «non in sala d’attesa – precisa l’azienda – dopo i lavori di imbiancatura».

Alessandra Pedroni

s.affolti

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