VARESE «Abbiamo vinto!»: è questo il commento più diffuso sui profili Facebook dei simpatizzanti del movimento «No cava» di Cantello. Perché ieri mattina il Consiglio Regionale ha votato lo stralcio per la cava sulla Collina Tre Scali: l’area sovrastante la riserva idrica della Bevera, quindi, non verrà toccata.
«Ora il territorio è salvo» secondo Luca Marsico, assessore provinciale all’Ecologia, tra i primi a commentare il voto del Pirellone. Che riflette esattamente quanto successo settimana scorsa in commissione ambiente: a favore dello stralcio hanno votato Lega Nord, Pd, Sel e Idv, mentre il Pdl ha deciso di non votare, in controtendenza anche rispetto alle posizioni prese dal partito a livello provinciale, e i consiglieri sono usciti dall’aula. Tra loro, anche Raffaele Cattaneo, in veste di semplice consigliere e non di assessore alle Infrastrutture, che ha dichiarato: «vivo a Varese assieme alla mia famiglia. Credo che nessuno possa anche solo lontanamente pensare che voglia mettere a rischio la salute mia e delle persone che mi sono più care, perché conosco la famiglia Nidoli». Il voto è stato segreto, anche per salvaguardare i consiglieri: uno dei rischi connessi a questa vicenda, infatti, è che in caso di ricorso vinto, il cavatore possa chiedere danni non solo alla Regione, ma addirittura ai singoli consiglieri che hanno votato il sì allo stralcio. Il ricorso al Tar da parte della Italinerti è una possibilità concreta: lo stesso Antonio Nidoli lo ha dichiarato a La Provincia pochi giorni fa.
Per questo, la posizione dei consiglieri pidiellini è chiara: «si tratta di una vittoria di Pirro – dicono Giorgio Puricelli e Rienzo Azzi – un’occasione persa per dissipare tutti i dubbi. La nostra proposta era quella di attendere altri nove mesi, per lasciare che Arpa completasse il ciclo di un anno di rilevazioni e raccogliesse tutti i dati necessari per avere la certezza matematica sui rischi di inquinamento della falda. Ora non sarà più possibile».
Il Pd, invece, attraverso Alessandro Alfieri esprime soddisfazione: «è prevalso l’interesse generale su quello di parte, pur legittimo, del cavatore – dice Alfieri – abbiamo votato seguendo il principio di precauzione, ma anche il principio democratico: oltre a tutelare una riserva idrica, anche la volontà politica espressa dal territorio è un interesse generale meritevole di tutela». Giangiacomo Longoni, Lega Nord, è fiducioso anche sull’esito di un possibile ricorso: «il Tar, in caso venga interpellato, analizzerà gli atti. E dovrà tenere conto della storia dell’area, e del fatto che è dagli anni ’90 che arrivano pressanti richieste di tutela». Per oggi, però, il fronte del no alla cava festeggia e Mauro Sabbadini, una delle anime del comitato Tre Scali, scrive: «le denunce non si annunciano: se vanno fatte si fanno, diversamente è intimidazione».
e.marletta
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