Busto Arsizio Per i fans bustocchi di Vasco Rossi quella dello scorso 26 ottobre è stata una serata da “sensazioni forti”. Sul palco della sala Pro Busto si è ritrovata per un concerto eccezionale la Steve Rogers Band, storico gruppo spalla del Blasco. La Steve Rogers ha trascinato il pubblico bustocco con la sua attuale line up al completo: c’erano Maurizio Solieri alla chitarra, Claudio “Gallo” Golinelli al basso, Andrea “Cucchia” Innesto al sax, Mimmo Camporeale alle tastiere,
Beppe Leoncini alla batteria, oltre al cantante Cristian “Cicci” Bagnoli.
Ma se dici Steve Rogers Band pensi anche e soprattutto a Massimo Riva. I 300 spettatori che hanno affollato la sala hanno invocato più volte il suo nome. Perché Massimino, che aveva fondato la “Steve” nel 1980 insieme a Solieri e Guido Elmi, è come se fosse ancora qui, a far vibrare l’anima del pubblico con i suoi inconfondibili assoli.
«Anche per noi Massimo è sempre vicino, ben presente – dice Maurizio Solieri – Non abbiamo bisogno di commemorarlo in modo particolare, di fargli un “omaggio” durante il concerto: lui è sempre nei nostri pensieri. Anche poco fa, c’era da spostare una testata per chitarra molto pesante e scherzando ho detto a Mimmo: questo lavoro avrebbe dovuto farlo Massimo. Lui che era così mingherlino…». Massimo, artista sensibile e anima fragile, nato a Zocca come Vasco, era per quest’ultimo “un fratello, anzi più di un fratello”. «Ho incontrato per la prima volta Massimo al Punto Club, la sala prove di Vignola – ricorda il tastierista Mimmo Camporeale – Lui aveva appena sedici anni, io ero un po’ più grande. Ma legammo velocemente, nacque subito un bel feeling. Anche perché, tra le altre cose, avevamo due grandi passioni in comune: la Juve e Lucio Battisti. Non dimenticherò mai un episodio, accaduto ai tempi in cui suonavamo insieme nella “Steve”». «In un hotel di Bari rubammo una chitarra – racconta Camporeale – e passammo tutto il viaggio di ritorno da Bari a Bologna a cantare in macchina le canzoni di Battisti. Indimenticabile. Ah, poi ovviamente la chitarra la restituimmo. Dopo un anno, ma la restituimmo…».
Sorride Mimmo Camporeale, anche quando ricorda le serate trascorse con Massimo e Vasco da “Vito”, la storica osteria degli artisti di Bologna: «Un locale in cui si mangiava, si cantava e si beveva: musicisti come Dalla e Guccini erano di casa».
Una vita rock ‘n’ roll come quella di Massimo Riva lascia dietro di sé infiniti aneddoti e storie da raccontare… «Ce ne sarebbero troppi – dice Andrea Innesto detto “Cucchia” – Però adesso che ci penso mi viene in mente una cosa. Negli ultimi tempi, Massimo mi aveva detto: “Cucchia, ho voglia di innamorarmi. Sono un po’ stanco di prendere e lasciare: adesso ho voglia di innamorarmi sul serio”. È stata una delle ultime cose che mi ha detto».
F. Ing.
f.artina
© riproduzione riservata