Rivedere il patto di stabilità I sindaci protestano a Roma

Varese – «O ci dicono che va bene, oppure chiudiamo i Comuni». Questa, nella lettura di Attilio Fontana, la posta in gioco alla manifestazione indetta per questa mattina a Roma dall’associazione dei comuni italiani.
Il presidente di Anci Lombardia e sindaco di Varese sarà in prima linea insieme ai suoi colleghi per chiedere al governo di rivedere il patto di stabilità. A sfilare accanto ai primi cittadini ci sarà anche l’Ance, sodalizio che riunisce i costruttori edili.

E Gianpietro Ghiringhelli, direttore della sede varesina dell’associazione di categoria, rivolge un appello a tutti i sindaci del Varesotto affinché sostengano la mnobilitazione, pur nella consapevolezza che «gli stessi enti locali stanno tra l’incudine e il martello». Ovvero sono «figli di una doppia legislazione», per dirla con il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli.
Da una parte una norma, recente, che obbliga i comuni a pagare i fornitori al massimo entro 60 giorni, dall’altra il patto di stabilità che al contrario blocca i pagamenti. E questa non è accademia, né alta politica: le conseguenze di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti.
«Noi abbiamo opere per 5,5 milioni di euro pronte a partire e che invece sono bloccate», spiega Fontana. Nell’elenco c’è di tutto: «dagli asili nido da mettere a posto alla rotonda di Belforte, dal muro di via Santimerio al parcheggio della prima cappella del Sacro Monte».
Va peggio a Busto, dove i cantieri «finanziati senza mutui» ma fermi ammontano a 17,8 milioni di euro: «sono opere», racconta il sindaco Farioli, «che non abbiamo iniziato per non trovarci in difficoltà col patto». Uno dei cantieri bloccati è quello dell’ampliamento di via Lonate, investimento da 4 milioni di euro per un’opera «attesa da dieci anni», fermata però da Palazzo Gilardoni «per non mettere in crisi la società che ha vinto l’appalto».

A Gallarate, per le stesse ragioni, si è arrivati a estinguere un mutuo da 5 milioni di euro ottenuto per finanziare la costruzione di una scuola media nel quartiere di Cedrate. Prestito mai utilizzato, visto che il cantiere non è nemmeno stato aperto, sul quale però si sono pagati gli interessi per un paio d’anni.Per

questo il sindaco Edoardo Guenzani sostiene l’Anci. Così come il collega di Cassano Magnago Nicola Poliseno, che stamane parteciperà alla manifestazione contro un patto di stabilità che blocca la tangenziale sud. Progetto da 5 milioni di euro, 2 dei quali arrivati dalla comunità europea, serve a sgravare il centro dal traffico, specie quello pesante.

A rischio c’è anche la palestra delle scuole primarie Dante (700mila euro). Fabrizio Farisoglio, capo della giunta di Castellanza, vede bloccato «il 90 per cento del piano opere pubbliche, investimenti complessivi per 1,2 milioni». A rischio soprattutto l’asfaltatura delle strade.

Mentre Graziella Giacon, sindaco di Laveno Mombello, dovrebbe sistemare la strada che va verso Castelveccana (400mila euro) e allargarne un’altra per far allontanare dal centro gli 80 camion che tutti i giorni raggiungono la cartiera che ha sede in paese (100mila euro). Ma non può, a causa di un pezzo di carta con la scritta ‘patto di stabilità’.
Riccardo Saporiti

p.rossetti

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