CASSANO MAGNAGO Arriva il tornado Hunziker. Solare, autoironica, bella, Michelle Hunziker sarà prima a Cassano Magnago, oggi e domani alle 21.15, e poi a Varese, martedì 20 alle 21, con la sua carica di energia per il suo show “Mi scappa da ridere” per la regia di Giampiero Solari.
Com’è nato questo show tutto dedicato a lei?
In realtà era nei miei pensieri da tanti anni. Avevo sempre sognato di fare uno spettacolo del genere e di collaborare con questo gruppo di professionisti che da anni fa questo tipo di produzioni. Anzi sono gli unici in Italia che sanno muoversi su questo aspetto. Hanno realizzato spettacoli per Fiorello, Panariello, Cortellesi e tanti altri. Per tutti hanno saputo confezionare qualcosa di nuovo e molto bello. Sette, otto anni fa avevo fatto un appello su un giornale dicendo che mi sarebbe piaciuto collaborare con Bibi Ballandi, lui mi ha chiamata subito. È nata una grande amicizia e ci siamo detti che appena avessimo avuto il tempo, appena fosse stato il momento giusto, avremmo scritto uno spettacolo: due anni fa abbiamo iniziato a scriverlo e da uno lo portiamo nei teatri.
Qual è la forza della risata?
È il fil rouge della mia vita e dello spettacolo, fa parte di me e spesso non me ne accorgo. Sono stati gli altri a farmene rendere conto, a volte come handicap, altre come punto di forza. Sono fatta così: mi è andata bene. All’inizio dicevano che ridevo troppo, ora è la cosa che mi caratterizza. E quando con Giampiero Solari abbiamo iniziato a scrivere, mi ha detto che il titolo del mio primo show non poteva che essere “Mi scappa da ridere”: «Sei così da quando sei nata».
Quali storie racconta in scena?
La risata è il collegamento naturale: è il pubblico che ride del fatto che mi prendo in giro. L’autoironia mi caratterizza, non mi prendo mai sul serio. Inizio lo spettacolo facendo un po’ la “ganassa”, come si dice in milanese, dico: «Voglio fare uno spettacolo fatto bene, eccellente». E poi l’iter mi porta a dovermi confrontare con un personaggio strano, Trupolo, il pupazzo di quando ero piccola, nelle vesti di Forest, che mi porta a raccontare cose di cui mi vergogno e che non vorrei far sapere, ma che mi fanno ridere.
Bella, brava e simpatica (le ha proprio tutte lei): cosa serve per sfondare?
Mi reputo miracolata: ogni tanto mi guardo indietro e dico: «Che fortuna che ho avuto!». Ma penso che sia stata importante anche la mia testardaggine, quella che ti fa voler davvero una cosa e investire tutto quello che sei, in quello che desideri. Certo non è mancata una buona dosa di fortuna. E dunque, una forte volontà e l’incontro giusto, o meglio il saperlo riconoscere, sapere capire quale sia la persona che ti aiuterà a svoltare nella vita.
L’intervista completa sul giornale in edicola oggi, giovedì 15 dicembre
s.bartolini
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