La Svizzera scatena gli elicotteri per pattugliare il confine dall’alto

LUINO In principio furono i droni. Ora è la volta degli elicotteri. Perché le forze aeree svizzere, le guardie di confine e la polizia cantonale fanno sul serio quando si tratta di controllare l’invisibile linea che separa la Confederazione dal Varesotto.Nel mese scorso erano stati utilizzati i droni, con tanto di sensori a infrarossi, per monitorare dall’alto e in forma preventiva gli spostamenti dei migranti e dei presunti criminali a ridosso della frontiera. Ora è la volta delle perlustrazioni aeree con gli elicotteri. Mezzi veloci, moderni e silenziosi con un compito analogo: «Intercettare tempestivamente i movimenti di persone sospette e di impedire azioni illegali». Da qui l’entrata in servizio del nuovo elicottero delle forze aeree svizzere, l’Eurocopter EC-635, che sarà impiegato nei prossimi giorni per una serie di voli di controllo e di sorveglianza lungo la fascia di confine. A bordo vi saranno, a turno, poliziotti provenienti da tutta la Svizzera venuti a dare man forte ai colleghi ticinesi. L’obiettivo principale è di contrastare i reati predatori e il fenomeno dell’immigrazione clandestina.La fase preparatoria è terminata. Ora si passa all’azione. Effettuati, infatti, i primi voli di addestramento per questo tipo di sorveglianza, all’aeroporto di Locarno l’Eurocopter è pronto e operativo

per ogni intervento.Prioritarie però saranno le azioni preventive: controlli costanti su tutta la fascia di confine, con particolare attenzione anche alla frontiera verde; ovvero i chilometri di boschi dove i passaggi illegali sono facilitati dalla fitta vegetazione e dall’assenza di controlli specifici.Sulle frontiere ticinesi resta così in vigore la massima allerta. I controlli dal cielo e l’aumento degli uomini in servizio rappresentano significativi impegni in aggiunta alle normali verifiche alle dogane. Si concentreranno in particolare nel Mendrisiotto. Anche perché nell’immediato futuro si attende un ulteriore aumento dei flussi di immigrati verso il Ticino, soprattutto quando saranno definitivamente allestiti campi di accoglienza in Lombardia.  Ipotesi, destinata a concretizzarsi nel giro di breve tempo, e che potrebbe aumentare la pressione anche sulle frontiere svizzere. «Anche perché – ammettono dai dipartimenti elvetici dell’immigrazione – questa gente vuole raggiungere il nord dell’Europa e in particolare la Francia, dove risiedono i parenti di molti clandestini. Il passaggio attraverso la Svizzera diventa così una corsia preferenziale».Nel mirino ci sono però anche i furti e le rapine. Commessi, come evidenziano le ultime indagini, dai cosiddetti “frontalieri del crimine”. Gente che colpisce in Ticino e poi ripara nel Varesotto e nel Comasco per sfuggire alla cattura. Alessio Pagani

e.romano

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