Sì, il pollo brianzolo è tornato L’hanno salvato tre varesini

Quando si parla di animali in via di estinzione ci si focalizza su tigri, foche monache, leoni, senza sapere che ce ne sono altri, da reddito, che non esistono più perché si è persa l’abitudine di allevarli. Ma recuperare questi animali dal passato, a volte, è possibile.

Forti di questo pensiero tre amici – , marito di Rosanna, la titolare dell’azienda agricola e agrituristica Nicolini di viale Valganna, e gli amici e – hanno letteralmente tirato fuori dai libri di storia il pollo brianzolo. Il gallo è “argento barrato”, la gallina depone uova bianche, come quelle che piacciono agli svizzeri.

«Tutto è cominciato quando ci siamo imbattuti in alcuni scritti nei quali si parlava del pollo brianzolo come di un esemplare simile al Braekel – raccontano Antonio e Giovanni – Sapevamo che si trattava di una razza resistente e di “doppia attitudine”, ovvero di buona resa per la carne e per le uova. Da qui l’idea di “ricostruirla”». Per prima cosa, i tre amici hanno comprato in Olanda un bell’esemplare di gallo Braekel.

Il gallo olandese è stato poi incrociato con tre femmine: una gallina bionda del Piemonte, razza caratterizzata da un veloce accrescimento; la Plymouth rock, gallinona americana dalla bella mole e un ibrido da carne.

Alla quarta generazione i tre amici hanno ottenuto esemplari nel 90% dei casi molto simili a quello che era il pollo brianzolo una volta.

Sul colore delle zampe gli esperti non sono d’accordo: in assenza di testimonianze ufficiali c’è chi dice che dovrebbero essere rosa, chi ardesia. Sta di fatto che i brianzoli della Nicolini hanno le zampe gialle, cosa che costituisce un «marchio di fabbrica». Alla quinta generazione i pulcini dovrebbero essere brianzoli al 100%. L’obiettivo dei tre allevatori è quello di partecipare ai prossimi campionati italiani di avicoltura, che si svolgeranno in autunno, e vedere come i neo-brianzoli verranno accolti dal comitato tecnico.

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