VARESE Volevamo altre certezze, cercavamo nuovi indizi, volevamo essere sicuri. Ora siamo certi di un paio di cose, e queste certezze non ce le leverà nemmeno il diavolo.
La prima: Varese è una squadra forte, divertente, e dagli attributi di marmo. La seconda: non sappiamo chi sia stato a pescare un giocatore come Dunston, ma chi l’ha fatto è un genio del mercato. Varese ha vinto una partita difficile e complicata, e l’ha fatto da grande squadra: soffrendo, sbuffando, sbagliando. Ma allo stesso tempo riuscendo a venire fuori alla distanza con un quarto periodo intenso come non mai.
Chi si attendeva un esordio casalingo morbido e senza spigoli si è trovato di fronte tutto il talento di Avellino: una squadra che quest’anno andrà lontano. Già: perché gli uomini di Valli sembrano il gruppo fatto apposta per punire la difesa varesina, un po’ farfallona (50 punti subiti in un tempo? Troppi).
E infatti la partita si fa spessa fin dalla palla a due: Avellino vola via sul 6-11, Varese è tenuta in piedi da un Dunston in versione deluxe (12-11, 23-22 alla sirena). Il secondo quarto fila via sulla falsa riga, con Avellino a spingere sull’acceleratore (30-37 sul canestro di Johnson a 5’35” dalla sirena) e Varese a rincorrere trascinata da un Dunston eroico (43-42).
Il terzo periodo è quello che accende il pubblico: gli arbitri non sono certo casalinghi, e quando puniscono Dunston con un quarto fallo che non c’è Masnago esplode di rabbia. Certo, Avellino intanto ne approfitta per mettere il naso avanti sfruttando anche un fallo tecnico fischiato a Talts (58-62 a 1’20”).
Qualche azione difensiva “da Varese”, qualche urlaccio di Achille Polonara (i primi della serata), e la Cimberio è di nuovo lì (62-63).
Ci si gioca tutto negli ultimi 10′ che iniziano con un fallo antisportivo fischiato a Green e l’ennesimo tentativo di fuga irpino (62-67 a 8’58”). Ere si sveglia urlando il primo acuto della serata (65-67), poi arriva Polonara: cinque cose una più bella dell’altra (canestro, stoppata, canestro, stoppata, palla rubata e tiri liberi) che gasano Masnago e mettono il turbo a Varese che scappa (80-72 a 3′ dalla fine). È l’allungo decisivo nella serata più difficile: la partita viene sigillata dalla lunetta (doppio tecnico ed espulsione a Spinelli) ma la gente è già tutta in piedi. «Ho visto Polonara, innamorato son».
e.romano
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