Milano, 10 set. (TMNews) – In dieci anni la spesa delle Regioni è cresciuta in media del 75% e nelle realtà a Statuto speciale l’aumento è stato addirittura dell’89%, in gran parte garantito dallo sforzo fiscale fatto dai contribuenti delle realtà a Statuto ordinario. Lo sottolinea un rapporto della Cgia di Mestre. A livello nazionale, l’incremento in termini assoluti è stata di 89,6 miliardi di euro (le uscite sono passate da 119,3 a 209 mld), oltre la metà(45,9 mld) è riconducibile alla spesa sanitaria.
A livello regionale, il maggior aumento di spesa si è registrato in Umbria (+143,7%), in Emilia Romagna (+140,3%) e in Sicilia (+125,7%). Seguono la Basilicata (+115,2%), il Piemonte (+91,8%) e la Toscana (+84,6%). La Provincia Autonoma di Trento (+43,2%), il Veneto (+40,9%) e la Campania (+40,3%) sono state, invece, le tre realtà territoriali più parsimoniose. L’inflazione, tra il 2000 e il 2009, rileva la Cgia Mestre, ha registrato un aumento più modesto, +22,1%. In termini di spesa pro capite, invece, spetta alla Valle d’Aosta il primato delle uscite riferite al 2009 (13.182 euro), sul secondo gradino del podio troviamo la Provincia di Bolzano (10.013 euro) e sul terzo quella di Trento (8.465 euro).
“Intendiamoci – sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario dell’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre – maggior spesa non sempre è sinonimo di spreco o di una cattiva gestione della finanza pubblica. Chi, soprattutto al Centronord, ha investito in questi ultimi 10 anni in maniera importante sulla sanità, sui trasporti e sull’assistenza sociale, oggi può contare su livelli di qualità e di quantità dei servizi offerti ai propri cittadini che sono tra i migliori d’Europa. L’aumento delle spese regionali è dovuto, inoltre, anche all’attribuzione in capo alle Regioni di
nuovi poteri su tematiche quali l’industria, il commercio, le politiche del lavoro, il turismo. Detto questo, non possiamo nascondere che alcune Regioni, tipo quelle a Statuto Speciale, presentano livelli di spesa che solo in parte sono coperte dalle entrate proprie. Ciò vuol dire che la specificità di alcuni territori è stata in gran parte garantita dallo sforzo fiscale fatto dai contribuenti delle realtà a Statuto ordinario. Un meccanismo, quest’ultimo, che andrebbe eliminato per ripristinare il principio di equità ed uguaglianza tra tutti i territori regionali”.
Considerando le singole funzioni di spesa, la voce che ha subito l’incremento più sostenuto è stata quella dell’assistenza sociale (+185,8%). Per l’istruzione/formazione l’aumento è stato dell’86,9%, per la sanità del 74,3%. In termini assoluti, oltre la metà dell’aumento della spesa totale è attribuibile alla sanità:su un aumento di spesa complessivo pari a 89,6 miliardi di euro, 45,9 mld sono in capo alla sanità.
Red-Rar
© riproduzione riservata













