I fischi di un ragazzo che sogna la serie A

A 15 anni non conosceva nemmeno la regola del fuorigioco. Oggi ne ha 23 ed è stato promosso arbitro nazionale: avanti di questo passo e tra una decina d’anni Andrea Gatti potrebbe trovarsi a fischiare su un campo di Serie A.

Nato e cresciuto a Carnago, il giovane fischietto si è avvicinato a questo mondo al liceo. All’epoca lui e il pallone erano due estranei. «Lo seguivo, ma all’acqua di rose, tifavo giusto quando c’erano i mondiali. Io all’epoca facevo nuoto».

Poi a scuola, allora frequentava il Geymonat di Tradate, «ci è arrivata la proposta di frequentare un corso da arbitri con la sezione Aia di Gallarate. Dava un credito formativo e mi sono iscritto». Oltre a quella del fuorigioco, ha imparato tutte le regole. Ma soprattutto «mi sono appassionato e ho continuato a studiare».

Attirato anche dalla tessera per entrare gratis in tutti gli stadi d’Italia garantita agli arbitri. E dal fatto che dirigere una gara dia diritto ad un rimborso spese. L’esordio ufficiale nell’ottobre 2009, in una gara tra le giovanili di Verghera e Morazzone. «All’inizio mi sentivo un alieno». Un fischio dopo l’altro, però, e Andrea ha acquistato confidenza.

«Mi sentivo a mio agio». E dopo quattro mesi con la primavera, ha iniziato con le prime squadre. Trovandosi di fronte all’esperienza di giocatori che avevano il doppio dei suoi anni. Il fischietto carnaghese ha saputo imporsi, guadagnandosi il rispetto di calciatori e dirigenti.

«Io uso pochi cartellini, lascio giocare». Arbitra all’inglese, si dice in gergo: «non sono in campo per dire che l’arbitro sono io, ma per dirigere un incontro. A me piace arrivare in spogliatoio a fine partita e sentire il silenzio: vuol dire che ho fischiato bene».

Già, che cosa resta al direttore di gara dopo il triplice fischio? «Ti rimane il fatto di essere trasparenti, ricevere complimenti da entrambe le squadre, questa è una delle più grandi soddisfazioni», spiega, «e poi c’è l’emozione». Come quella che ha provato qualche settimana fa, quando ha arbitrato la finale della Coppa Italia promozione.

Poche settimane dopo è arrivata la promozione nella categoria Cai: da settembre potrà arbitrare in Eccellenza in tutta Italia. E dirigere le partite di Serie A femminile. Anche se lui, dividendosi tra il campo, gli studi di giurisprudenza e un lavoro nell’azienda di famiglia, punta alla Serie A maschile. Non sarebbe il primo: negli anni Novanta fischiava l’arbitro di Gallarate. Chissà che Andrea non sia il suo erede.

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