Il cavallo zoppo scelto dalla Lega per fare la guerra

A Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, il presidente della Repubblica Napolitano è stato contestato dai deputati leghisti. Tra di loro il conosciuto Mario Borghezio e il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini. Si sono visti manifesti con la scritta «Basta euro» e «Euro kills». Napolitano ha dovuto interrompere il suo discorso. Salvini gli ha detto: «Napolitano senza vergogna, chi ancora difende questo Euro che ha massacrato lavoro, stipendi e pensioni è in malafede. Il voto di maggio spazzerà via queste euro follie». Protestare contro il capo della propria nazione è opportuno in una prestigiosa sede istituzionale? O non si fa altro che recare disdoro al Paese cui si appartiene?

Disdoro, che parola desueta. Quelli che hanno osteggiato Napolitano a Strasburgo non sanno neppure che cosa voglia dire. Anzi, non la conoscono proprio. Se la conoscessero, magari rifletterebbero sul suo significato politico. L’Italia ha fatto una pessima figura, i parlamentari leghisti sono stati contestati dai loro colleghi d’aula, la causa antieuropea che pérorano non ci ha guadagnato nulla. Semmai ci ha perso. Non sono questi i modi. E poi, andando al dunque: chi crede per davvero che sia l’euro la causa dei nostri mali? Di quale pezza economica s’avvale il ragionamento che la sostiene? E sul serio si è convinti che il populismo un tanto alla battuta sia convincente presso il popolo che vota? L’abbandono dell’euro significherebbe non l’accentuazione della crisi, ma lo sprofondo nella miseria con una perdita tragica del valore d’acquisto del nostro denaro, del peso degli stipendi, della consistenza delle pensioni. La Lega ha scelto un cavallo di battaglia zoppo.

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