Varesini fra i giusti tra le nazioni Così si opposero all’olocausto

Varese – Ci sono tanti pezzetti di Varesotto tra i Giusti tra le nazioni: riconoscimento unico e particolare che applica un termine del mondo ebraico a un non ebreo, per onorare le persone che hanno salvato ebrei durante la Shoah.

Il 4 marzo 2001 il riconoscimento è stato attribuito da Yad Vashem a Fernando Torreggiani, antifascista, cattolico, artigiano orafo, padre di sei figli. Viveva a Marchirolo, è però gallaratese di adozione: nel dicembre 1943 nascose nella sua casa al confine con la Svizzera sei persone del nucleo familiare Melli-Rossi, nonni, genitori, due ragazzini adolescenti. E poi li aiutò a fuggire in Svizzera.

Più recentemente, il 15 novembre 2011, lo stesso riconoscimento è arrivato ad Abbiate Guazzone, per ricordare Erminio, Ada, Davide e Giuseppina Lomazzi, Carlo Galbiati e Giovanna Galparoli. Uniti da vincoli di parentela, che nascosero nelle loro case, dal settembre 1943 all’autunno del 1944, Joel Diena, allora bambino, e sua madre, ebrei fuggiti da Milano dopo l’armistizio.

Enrico Sibona era invece maresciallo dei carabinieri a Maccagno dal 1939 al 1946. Contravvenendo alle leggi razziali, aiutò a mettersi in salvo alcuni ebrei, tra cui lo scrittore e giornalista Guido Lopez, Bianca Miriam Nunes e sua madre Rosa. Scoperto, fu arrestato e deportato in campo di concentramento, da cui sopravvisse. È stato insignito del titolo di Giusto tra le nazioni il 4 ottobre 1992.
Sara Magnoli

p.rossetti

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