Passeggiare per la città e inciampare nel bossolo di un proiettile. È successo martedì pomeriggio in via Volta, a poche decine di metri dalla rotonda di piazza Risorgimento.
Protagonista Manuela Boschetti, giovane gallaratese attiva all’interno della Pro loco, che passeggiava insieme al marito di fronte alla lavanderia automatica che si trova sotto i portici. «Stavamo tornando verso l’auto, che avevamo parcheggiato da queste parti, quando a un certo punto mi è sembrato di aver calpestato qualcosa».
A quel punto ha alzato il piede per capire di che si trattasse. «Ho chiesto a mio marito che cosa fosse», racconta, «lui l’ha raccolto e mi ha detto che si trattava di una pallottola». O meglio, del bossolo di un proiettile. La prima reazione della coppia è stata decisamente al passo con i tempi.
Ovvero una foto con lo smartphone subito pubblicata su Twitter. «Sbaglio o questa è una pallottola?», ha cinguettato Manuela sul social network da 140 caratteri. E in effetti non sbagliava, visto che si tratta davvero di un bossolo.
«Gli abbiamo scattato una foto perché non ci sembra normale che uno cammini per strada e calpesti un proiettile esploso», prosegue, «non ho idea da dove arrivi, ma magari se passava un bimbo….non so, mi ha fatto una certa impressione». Fortunatamente le cronache non registrano colpi d’arma da fuoco sparati di recente in città.
Chissà allora che, esploso da un’altra parte, magari in un poligono, non sia semplicemente caduto dalle tasche di qualcuno. Del resto negli anni Novanta i ragazzini usavano portare i bossoli nelle tasche dei bomber, giacche inventate dalla gallaratese Charro.
Sia come sia, per quanto l’origine di questo bossolo sia destinata a rimanere avvolta nell’ombra, è invece certa la fine che ha fatto: «l’ho buttato in un cestino», conclude il suo racconto Manuela, «a dire la verità questo proiettile mi faceva un po’ schifo». Forse non è esattamente il modo giusto per “differenziare” questo tipo di rifiuto. Ma è anche vero che un bossolo su un marciapiede non ci dovrebbe stare.
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