– «A fare i conti, dal 1964 a oggi, per il risanamento delle acque del lago di Varese, sono stati spesi oltre 200 miliardi di vecchie lire, dei quali più della metà buttati al vento». direttore dell’associazione culturale “Il Sarisch” di Oltrona al Lago di Gavirate, da anni impegnato in una battaglia a difesa delle acque del bacino varesino, come al solito arriva dritto al sodo, senza inutili giri di parole.
Basta esperti o presunti tali, partiti, consorzi e osservatori che hanno fallito nella loro missione; l’ultima speranza per salvare il lago di Varese dall’inquinamento, sono i sindaci dei piccoli Comuni rivieraschi, o che comunque di affacciano sul bacino. «I nemici da battere – spiega Cassani – sono il Consorzio provinciale e il suo Comitato scientifico e qui ci vuole davvero una bella scopa; gli argomenti ci sono, ci vuole soltanto il coraggio». Il presidente de Il Sarish fa nomi e cognomi dei possibili “salvatori” del lago varesino, dopo tanti anni di inutili tentativi, a partire da quello del sindaco di Bodio Lomnago , attuale presidente di turno della neonata associazione dei Comuni rivieraschi. «Paolelli è nuova in tutto ma ha una volontà di ferro – sottolinea Cassani – ha chiara la visione del “fare”, ha un partito che la sostiene e che dice di saper adoperare la scopa».
Da sola, la prima cittadina di Bodio non può però fare molto; il presidente de Il Sarisch cala allora un poker di altri quattro sindaci, che possano fare da supporto. «Penso a di Cazzago Brabbia, che è un tecnico competente, a di Comerio che è un uomo di parola, il quale ha promesso, se rieletto, di dare una mano – continua Cassani – penso a , sindaco di Biandronno che è severa, capace e ben supportato sull’argomento e infine a che è medico e conosce il pericolo derivante dalla tossicità del lago; adesso è titubante per la complessità del compito ma grazie al suo carattere può essere molto utile anche per zittire cattivi consiglieri. La riuscita è nella mani di questi cinque sindaci». Il presidente dell’associazione oltronese lancia una frecciatina ai gaviratesi, «che pensano solo al loro lungolago e non si accorgono che spesso puzza». I duecento miliardi di vecchie lire spesi per il lago dal 1964 a oggi gridano vendetta. «Uno sperpero di denaro da far rizzare i capelli – afferma Cassani – noi sognatori possiamo solo dare battaglia e svegliare un’opinione pubblica sinora indifferente; risanare il lago costa poco e alla fine i Comuni guadagneranno dalla gestione».
Prossimo obiettivo de Il Sarisch, l’organizzazione di un convegno «dopo le elezioni, riservato ai puri e ai laghèe, serio, senza istituzioni politicizzate, invitando solo i sindaci e la parte capace della nostra università» precisa Cassani.