Terremoto a Cinque Stelle dopo le espulsioni-choc di quattro senatori: la senatrice Laura Bignami si dimette, il marito Giampaolo Sablich capogruppo in consiglio comunale a Busto Arsizio la segue. La fronda bustese decreta: «Il Movimento Cinque Stelle è morto».
Nel clamoroso precipitare degli eventi in casa “grillina”, tra i senatori che dicono no alla gogna delle espulsioni e si dimettono dal Parlamento c’è anche la bustese Laura Bignami. «Torno alla mia meravigliosa vita di prima senza nessun rimpianto» ha scritto alla Rete.
Prima di rientrare dalla famiglia ha firmato la lettera di dimissioni, consegnandola agli altri colleghi in procinto di lasciare, per compiere un gesto tutti insieme.
«Lo faccio perché c’è un problema di democrazia e per far capire che non me ne frega niente dei soldi» chiarisce Laura Bignami mentre, febbricitante («Ho somatizzato»), è in treno, riferendosi alle accuse lanciate da Beppe Grillo ai dissidenti («Vogliono tenersi tutti i 20mila euro al mese di stipendio»).
«A parte il fatto che è un’altra menzogna, perché non sono 20mila euro, ma quello che è successo martedì sera è stato uno scempio, un attacco senza motivazioni, senza nemmeno lasciare a quattro persone di struttura e di spessore, come sono i senatori sotto accusa, un quarto d’ora per dare le loro spiegazioni. Potevo esserci anch’io lì, sono stati espulsi senza mai aver votato in contrasto con il gruppo. Si è oltrepassato il limite». Laura Bignami è un fiume in piena: «È la fine di un sogno ma forse ne nasce uno nuovo. Mi spiace perché le due anime del Movimento potevano convivere».
Passano pochi minuti, e sulla piattaforma di consultazione della base Liquid Feedback, il capogruppo in consiglio comunale di Busto Arsizio Giampaolo Sablich, marito della Bignami, mette “ai voti” le sue dimissioni dall’assemblea civica, lasciando ai militanti la possibilità di scelta con altre due opzioni (passaggio al gruppo misto o autosospensione).
«L’avventura del Movimento 5 Stelle, per quanto mi riguarda, è giunta al termine – annuncia Sablich – la politica delle espulsioni è stata l’inizio di un cambiamento che non ho condiviso e che con gli ultimi avvenimenti ha superato la misura».
Così ha deciso di prendere in parola Beppe Grillo, «che ha sempre detto “se siete stanchi fatevi da parte e fate andare avanti un altro”». Ora c’è già un effetto-domino in corso, che potrebbe sconquassare la base a Cinque Stelle, anche le prime reazioni in Rete sono contrastanti, e in molti casi tendono a dar ragione alla linea dura del leader, a partire dagli altri attivisti sul territorio.
Durissima è invece la reazione di Ivan Catalano, l’altro “dissidente” bustocco da tempo critico con Beppe Grillo e in rotta con la base, che stavolta accusa il Movimento di «comunicazione in stile “Grande Fratello”», dove ogni riferimento alla figura dell’ex concorrente del reality Rocco Casalino è puramente voluto. «È la morte del Movimento 5 stelle – sostiene Catalano annunciando il suo voto contrario nella consultazione-web, che poi confermerà le espulsioni dei quattro senatori – Ma l’occasione storica che abbiamo avuto, ci chiedeva di cambiare il Paese ora, non alle prossime elezioni».
© riproduzione riservata