«Una vita tra le marionette per affascinare i bambini»

Lumen Claro - Cosetta Colla è stata premiata dai Lions Club: suo padre Gianni lavorò con la famiglia Rame

“Lumen Claro” per Cosetta Colla. L’artista, premiata dal Lions Club Varese Prealpi, è discendente una delle famiglie più importanti della tradizione marionettistica italiana. È nata a Olgiate Olona, a metà deli anni ’30, «forse perché papà – Gianni Colla tra i più celebri marionettisti – lavorava come attore nel varesotto con una compagnia di giro, dopo aver collaborato con Tomaso Rame, padre di Franca, che aveva una compagnia teatrale di prosa». Diplomata attrice all’Accademia dei Filodrammatici di Milano ha scelto di dedicarsi al mondo del teatro per l’infanzia.


Capisco che bisogna cedere il passo, così come fece mio padre con me. La mia è la quinta generazione di una famiglia nata nei primi dell’800. La sesta generazione è già in azione con mia nipote, figlia di mia sorella, una donna di 50 anni che da 30 lavora con me. Il suo è un ruolo ampio dalla regia alla sceneggiatura.


L’ho preso dal nonno. Ero l’ultima delle nipoti, la cocca. Ci fu un grande rapporto tra noi: chissà se sentiva che avrei portato avanti alla sua storia. Per quattro generazioni i capi erano stati uomini, mentre le ultime due donne. Credo che gli sarebbe piaciuto.


Passare dal bozzetto in carta, dell’artista che ha disegnato le marionette, al farle diventare personaggi in scena, che si muovono come esseri umani. Prendere contatti da tornitore alla sartoria teatrale, dalla modista al calzolaio. Tutto ciò che avviene nel teatro maggiore, con la differenza che è più complicato.


Papà decise di far agire la compagnia allo scoperto, permettendo allo spettatore di vedere il quel che accade dietro le quinte. Tolse ciò che nascondeva il marionettista, attento a curare e nascondere i propri misteri. Un’altra innovazione di papà è stata quella di affiancare l’attore alla marionetta. Iniziò col “Pinocchio” di Collodi. Papà non poteva concepire che il burattino, come lo chiama lo scrittore, potesse lavorare al fianco di un’altra marionetta e perciò ha inserito gli attori nei panni di Geppetto, Mangiafuoco, la fata dai capelli turchini, mentre il Gatto e la Volpe o il Grillo parlante, che appartengono al mondo della fantasia, sono rimaste marionette.

Significa avere un obiettivo importante: affascinare i bimbi di oggi

Per farlo dobbiamo trovare testi adatti al nostro pubblico sempre più giovane, dai 3 ai 10 anni. Ecco allora qual è la forza di mia nipote che ha iniziato a sceneggiare testi come “Il mago di Oz” o “Cappuccetto Rosso” di Perol, Cenerentola e Biancaneve.

Antonio, fratello di mio padre, venne invitato al Villaggio scuola “Cagnola”, una scuola-convitto che ospitava centinaia di orfani, figli di caduti in guerra e di partigiani. Anche papà prese parte alla collaborazione che coinvolgeva i ragazzi nel lavoro teatrale e ne notò uno, Gianni Magni, molto portato nel mimo, tanto che poi lo prendemmo per fare Mastro Ciliegia in “Pinocchio”. Lo spettacolo venne ripreso dalla tv e scelsero Magni per i programmi per ragazzi. Da grande fondò il gruppo musical dialettale e cabarettistico de I Gufi. n