LUINO Il problema è far quadrare i conti. Pagare i dipendenti e tenere aperti i cantieri già avviati. Con i trasferimenti relativi all’anno 2009 ancora lontani dall’entrare nelle casse delle Comunità montane, e con le spese correnti che, invece, ogni mese si fanno sentire alla voce uscite. Lo sanno bene in Valceresio e nelle Valli del Luinese.
Ci chiedono di essere attenti nelle spese. E lo siamo, non da oggi. Poi però non vengono rispettati i tempi dei trasferimenti dei fondi che ci spettano e la nostra scelta è obbligata – sbotta il presidente della Comunità montana della Valceresio, Ivan Andreoletti – dobbiamo cioè ricorrere ad un’anticipazione di cassa che significa in poche parole, farsi prestare soldi dalla banca e restituirli ovviamente con gli interessi». Il fatto è che lo Stato non ha ancora eseguito i riparti (cioè non ha ancora deciso quanto spetterà a ciascuna Comunità Montana) e la Regione nicchia. Risultato: la cassa è vuota. «Se non avessimo deliberato la richiesta di un anticipo (943 mila euro, per la precisione, ndr) – aggiunge Andreolotti – ciò avrebbe significato non sapere come corrispondere gli stipendi al personale e non poter pagare le imprese che stanno eseguendo importanti lavori pubblici». Situazione delicatissima anche nella sede di Luino. «La nostra situazione è lo specchio delle altre – ammette il presidente Ido Locatelli – Non sappiamo nemmeno quanto potrebbe arrivarci dai trasferimenti ed è chiaro che in questa situazione le difficoltà sono notevoli».
Qui sono a rischio anche gli stipendi del personale – dice Locatelli – Perché mancano soldi». E a soffrire sono anche gli operai stagionali delle Valli del Luinese. «Da un lato queste persone vengono impegnate a progetto e in pratica il loro stipendio è garantito da Comuni, Provincia e Regione – spiega Locatelli – dall’altro però le ristrettezze di bilancio ne fanno scemare l’utilizzo e ad oggi non sono più di 30, rispetto alle 60 degli scorsi anni, le persone impiegate in questo campo». Persone che
vivono con uno stipendio che non supera i 1100 euro su 180 giorni e con un sussidio di disoccupazione per i rimanenti giorni dell’anno. Assunti annualmente tramite un mini-concorso, i lavoratori vengono impiegati nello sfalcio dell’erba ai bordi delle strade, nella manutenzione di alcuni sentieri, nelle squadre di operai comunali ove ve ne sia necessità e nelle emergenze da calamità naturale. Gran parte di loro vengono da reinserimenti lavorativi e situazioni di lunga disoccupazione: ciò rende l’impiego una sorta di ammortizzatore sociale ora messo in crisi.
e.romano
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