Niente panico. Un anno fa eravamo messi peggio

Il commento di Francesco Caielli

Non siamo abituati a nasconderci, ci danno noia quelli che non scelgono e stanno in mezzo pronti a saltare sul carro giusto, odiamo le mezze misure. Chi ci conosce lo sa, chi non ci conosce lo imparerà presto. Specie sulla pallacanestro, argomento che ci prende parecchio: siamo nati e cresciuti così, non ci possiamo fare niente.

Abbiamo sposato questa società e il suo nuovo corso, l’abbiamo fatto ascoltando la pancia e siamo ancora convinti di tutto quello che abbiamo scritto. Siamo convinti che rispetto allo scorso anno sia stato fatto un passo avanti enorme e per nulla al mondo torneremmo indietro. Crediamo che avere Toto Bulgheroni nella stanza dei bottoni sia un valore aggiunto clamoroso. Ci è piaciuto e ci piace il modo di lavorare di Claudio Coldebella: senza guardare in faccia a nessuno, senza fare figli e figliastri, senza giochini.

Poi, c’è questa squadra: che sta facendo una fatica del diavolo e sta perdendo troppo e male. Mica siamo ciechi. E soprattutto non vogliamo girare la testa dall’altra parte. C’è una squadra che sulla carta è perfetta: panchina lunga, asse play-pivot da leccarsi i baffi, equilibrio. Il punto è che la pallacanestro non si gioca sulla carta ma sul parquet e qui,

per il momento, son dolori. Son dolori perché questi giocatori fan fatica e no, non stiamo iniziando il solito pippone contro la preparazione atletica (storicamente l’ultimo rifugio per gli scontenti che non hanno argomenti). È però fuori di dubbio che due uomini cardine come Maynor e Kangur siano allo stesso tempo due rischi enormi: insostituibili ma anche fragili, fondamentali ma anche acciaccati.

Dare fiducia a questo gruppo significa giocoforza anche affidarsi agli dei dell’infermeria, incrociare le dita e sperare che gambe, muscoli e schiena facciano giudizio. Questo lo sapevamo, lo sapevamo fin da subito: cose che succedono, quando si cerca di mettere in piedi delle squadre capaci di sorprendere con un budget risicato. Se tutto va come deve andare, è una goduria. Se entra un granellino sbagliato negli ingranaggi, son dolori. Dai, c’è ancora tempo. E a vigilare contro i disfattisti, siam qui noi.