– Domani sarà il compleanno di papa Francesco e, per festeggiarlo assieme a voi, abbiamo deciso di regalarvi un poster patinato dell’uomo che ha cambiato il mondo.
Domani papa Francesco compirà 79 anni e noi vogliamo fargli gli auguri regalandovi il suo sorriso, come fosse una parola che affratella e consola. Con il numero speciale del nostro quotidiano troverete un poster che lo raffigura sorridente, la mano alzata in segno di saluto, lo sguardo divertito e nel contempo rassicurante. Un papa fratello, padre e anche un po’ zio, nonostante la sua sia l’età di un nonno.
L’agire però è tutt’altro che da anziano, la sua forza è quella che molti giovani non hanno, sfiduciati per la mancanza di valori, di lavoro e di futuro. È la forza riposta nella frase che abbiamo voluto riportare nel manifesto: «Non abbiate paura della bontà e neanche della tenerezza». Perché oggi si ha timore dei sentimenti, del possederli e manifestarli, siamo convinti che il farlo sia una dimostrazione di debolezza, di vulnerabilità, mentre Francesco, con i gesti e le parole, ci dimostra l’esatto contrario. I sentimenti sono una risorsa infinita, la vera arma contro l’ipocrisia e il
dolore, un segno di speranza e di unione, di dialogo chiaro e semplice, di quella schiettezza che Bergoglio propone in ogni sua uscita pubblica. Papa Francesco incarna ciò che noi de “La Provincia di Varese” vogliamo dimostrare con l’hashtag “#noi siete voi siamo” diventato quasi un mantra dopo le quasi 80mila visualizzazioni e cioè il piacere del socializzare, del trovare assieme idee e soluzioni ai problemi, ma anche speranza nel futuro e amore verso il prossimo e l’ambiente naturale che ci circonda, altro topos del pontificato bergogliano, come sta scritto a chiare lettere nell’enciclica “Laudato si’”.
Francesco non è il papa dell’ottimismo fine a sé stesso, dell’amore predicato un tanto al pezzo, “per contratto”, ma l’uomo che a parte l’abito bianco potrebbe tranquillamente camminarci a fianco, prendere l’autobus o la metropolitana, fare la spesa al supermercato e vedere la partita allo stadio, perfino frequentare una milonga e ballarci i tanghi di Osvaldo Pugliese. Per questo ci piace, per la sua spontaneità, il mettersi in gioco, con il rischio di inimicarsi i potenti della Terra, per la voglia di stare tra la gente e non nelle segrete stanze vaticane, di dire cose forti con il sorriso, di saper amare davvero con il calore di una persona che arriva dal sud del mondo. «Che tutti abbiano un lavoro, una terra e un tetto sulla testa», ha dichiarato durante il Giubileo, altro evento speciale da lui fortemente voluto in un momento difficile per l’umanità intera, cose certo non semplici da attuare in un mondo in conflitto con sé stesso, ma dette con semplicità e convinzione, tanto da regalare conforto e una piccola fiammella di speranza anche a chi non crede.
Parole più da premier che da papa, come molti altri concetti che Francesco ha via via snocciolato nel corso del suo pontificato, così anomalo e innovativo da spiazzare la stessa Chiesa e il suo secolare apparato, così distante dalla gente comune e vicino invece alle logiche affaristiche e speculative di un qualsiasi governo. La pace come dono di Dio ma da impastare a mano da uomini e donne, l’integrazione, l’accoglienza, la solidarietà, l’appello contro le guerre e lo sfruttamento dei popoli più deboli, la lotta della Terra tutta per salvare sé stessa dalla distruzione ambientale, tutto ciò è contenuto nel sorriso che vi regaliamo domani, con lo sprone a farlo nostro e a condividerlo con chi amiamo, senza timore di sembrare fuori moda. Per questo papa Francesco ci sembra anche un po’ zio, colui che di solito in famiglia è il tipo originale, fuori dagli schemi, a volte pazzerello, ma adorabile proprio per il suo andare controcorrente e sparigliare le carte. Come ci piace fare ogni giorno nelle nostre pagine di giornale, per dare a voi lettori la possibilità di dire la vostra e confrontarvi con noi per crescere insieme.