C’è un varesino tra i salesiani a Expo

Già imprenditore del settore alimentare, Ercole Lucchini ora è operations manager di Casa Don Bosco. «Creo opportunità per chi sa fare e ha voglia di fare» dice. «Il padiglione? Chi ci visita esce col sorriso»

– I salesiani in Expo: c’è un varesino nello staff che ha fatto sorgere e segue il padiglione dedicato a don Bosco. è l’operations manager di “Casa Don Bosco”.
Imprenditore in campo alimentare prima, oggi ha cambiato “imprenditorialità” «facendo di tutto per creare opportunità per chi sa fare e ha voglia di fare». Un tema che gli è caro, da ex allievo salesiano, perché legato al senso «di dono e riconoscenza per quanto ricevuto».
«Celebrare il bicentenario dalla nascita di don Bosco nel contesto dell’esposizione universale è perfetto, perché la Famiglia Salesiana – centinaia di migliaia di persone sparse in tutto il mondo, impegnate nella cura e nell’educazione di bambine e bambini, ragazzi e giovani – è presente nei cinque continenti ed è l’occasione di mettere in evidenza i risultati delle attività e del metodo educativo salesiano».

Quando è emersa la disponibilità di un padiglione, Ercole è stato interpellato, per la vicinanza al mondo salesiano, da ex allievo e amico delle missioni, ma soprattutto per la capacità imprenditoriale di chi ha lanciato i propri prodotti alimentari nel mondo.
«Ho detto di sì e in 24 ore eravamo all’opera. Insieme al salesiano don e a suor delle Figlie di Maria Ausiliatrice abbiamo costituito il comitato esecutivo e poi ho avuto la delega a occuparmi degli aspetti della costruzione».

/>Fare un padiglione «è come fare una fabbrica, perché servono autorizzazioni edilizie e certificazioni». Nessun tentennamento nell’accettare, perché Lucchini ha provato direttamente la validità del metodo.
Nato a Travedona, infatti, ha frequentato, da interno, le medie nella scuola che sorge in piazza don Bosco a Varese.
«La prima cosa che ho imparato in collegio è stata programmarmi la giornata, invece di improvvisare. Ho studiato seriamente. Credo che la formazione di qualità prima arriva e meglio è. Quella guida, “quell’inquadramento” in me hanno lasciato il segno».

E proprio nel padiglione di Expo si possono seguire alle testimonianze di chi ha vissuto ed è cresciuto nella “scuola” del Santo.
Ex allievi ed ex allieve, imprenditori e educatori, insegnanti e politici, uomini e donne provenienti dai cinque continenti che racconteranno e mostrano quanto questo modello educativo si concretizzi quotidianamente nel mondo a favore dei giovani e della loro crescita. Sono tre le frasi che evocano il concetto. «La prima è “vuoi fare una cosa buona? Educa la gioventù”. I padiglioni dell’esposizione universale ci aiutano a riflettere sulla bellezza del mondo e su come conservarla. Per Casa Don Bosco ci siamo posti al pubblico con questo concetto “tu che sei volenteroso e vuoi fare una cosa buona, pensa ai giovani”».
La seconda frase punta sempre sull’universo dei ragazzi. «”In ogni giovane c’è un punto accessibile al bene”. Il senso è che non possiamo selezionare chi è oggetto dell’educazione, ma “l’educazione è una cosa di cuore”, c’è la partecipazione dell’insegnante col suo cuore che poi agisce sul cuore dei giovani per farli uomini e non solo tecnici. Da questi concetti nasce lo slogan di Casa Don Bosco: “Educare i giovani, energia per la vita”».

In attesa del grande appuntamento del 12 luglio, col “Casa Don Bosco Day” per la giornata salesiana in Expo, ogni settimana il padiglione ospita eventi culturali che illustrano la qualità del sistema educativo, ma anche riflessioni sulla ricerca del metodo di lavoro per aiutare i meno e gli iper dotati, le problematiche della gioventù.
«Chi arriva a visitarci, quando se ne va ha un sorriso di ricordo. Spesso sono stati ex allievi o persone che hanno ha avuto un contatto con questo mondo e gli leggi in faccia che per loro è una piacevole sorpresa aver incontrato don Bosco all’esposizione universale.
L’interesse per gli stranieri è identico perché le scuole salesiane sono presenti in 130 Paesi del mondo con una stima approssimativa di oltre 3,5 milioni di studenti ogni anno».